HomePrimo pianoDe Luca a Trappitello: "E l'ora del fronte anti-politica spazzatura"

De Luca a Trappitello: “E l’ora del fronte anti-politica spazzatura”

TAORMINA – “Ci eravamo lasciati con la raccomandazione di evitare i soliti riti, le sedute spiritiche e le pantomime. Avevo posto dei quesiti e avevo detto che se c’è una classe politica degna di questo nome allora risponda sulle criticità degli ultimi 30 anni di Amministrazione attiva a Taormina. E lo avevo detto di evitare il solito rito del “non passa lo straniero” e “la cordata per bloccare De Luca”. Ma qui, da 20 giorni ad ora, ascoltiamo, vediamo e assistiamo a riunioni in continuazione tra il diavolo e l’acqua santa, gente che si è sputata in faccia politicamente per tanti anni e che ora si mette insieme per fare questo fronte anti-De Luca. Sarebbe invece il momento di fare fronte contro la politica spazzatura. Mi pare che sia arrivato il momento”.

Così Cateno De Luca nel suo comizio di sabato sera a Trappitello, dove in piazza XXV Aprile ha svolto il suo secondo incontro pubblico con la città dopo quello dell’8 ottobre scorso svoltosi allora nel centro di Taormina.

Nel suo discorso di oltre un’ora a Trappitello, davanti ad un piazza piena di sostenitori ed alla presenza anche di alcuni suoi avversari, De Luca ha attaccato su vari fronti la politica taorminese, soffermandosi con toni forti in particolare sul tema delle scuole e della recente lettera inviata ai deputati messinesi (lui compreso) dal sindaco di Taormina, Mario Bolognari, sino ad invitare il primo cittadino ad “inviare gli atti sulla Vittorino da Feltre alla Procura e alla Corte dei Conti”.

“A De Luca – ha detto l’ex sindaco di Messina – i taorminesi hanno attribuito il 65% dei voti alle Regionali del 25 settembre, ho pieno titolo a venire qui e a parlare con i cittadini. Mi chiedo perché Taormina debba essere schiacciata da criticità che si sono accumulate nel tempo, mai risolte e approdate sino al dissesto, dando alla città la targa di città contabilmente fallita. La scelta spetterà ai taorminesi, decideranno loro se mi vogliono. La mia non è un’autocandidatura. Ognuno alla fine avrà le amministrazioni che si sceglie. Non voglio invadere il campo di nessuno, non sono un disoccupato e non mi interessa venire a Taormina per tagliare i nastri e fare inaugurazioni. Io sono un buon amministratore, sono abituato a lavorare e fare i fatti. I viaggi in Turchia li lascio ad altri. Qui non c’è da ridere, c’è da piangere”.

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