HomePoliticaCaso Cuffaro, beni Regione: anche ex ospedale Taormina era finito in vendita

Caso Cuffaro, beni Regione: anche ex ospedale Taormina era finito in vendita

TAORMINA – Si accende a Palermo il “caso Cuffaro” che in questi giorni ha riguardato la vicenda dei beni della Regione a suo tempo messi in vendita e poi ricomprati. “Tredici anni fa Totò Cuffaro, da governatore della Sicilia – ha scritto Repubblica -, li ha venduti per 220 milioni di euro a un fondo immobiliare a partecipazione regionale, riprendendoli subito in affitto per 20 milioni l’anno. Adesso suo fratello Silvio Cuffaro, dirigente generale del dipartimento Finanze, è stato incaricato di riacquistarli per 70 milioni, dopo che Palazzo d’Orleans ne ha già sborsati 260 per la locazione”.

Sulla questione è già arrivata la replica dell’ex presidente della Regione ed attuale segretario nazionale della Democrazia Cristiana. “L’assessore al Bilancio del governo presieduto da me, rispettando la legge e le procedure, ha venduto parte degli immobili della Regione. Adesso l’assessore al Bilancio del governo presieduto dall’On. Schifani, non Silvio Cuffaro, con una norma che ancora deve essere varata dall’Assemblea Regionale, ha programmato di acquistare le quote della società immobiliare proprietaria dei beni che erano stati venduti. Tutto il resto è semplicemente interessata denigrazione”. “La Regione Siciliana, nel 2007, in seguito ad una legge del 28.12.2004 – ha aggiunto Cuffaro – dismetteva parte del proprio patrimonio disponibile per coprire perdite e disavanzi accumulati a causa del decreto Bindi che aveva aumentato la compartecipazione della Regione alla spesa del servizio sanitario nazionale dal 42 al 49%. Compartecipazione che, oggi, grazie all’impegno del Presidente Schifani è tornata ad essere del 42%, portando nelle casse della Regione 800 milioni di euro ogni anno a partire da oggi e per il futuro”.

In tutta questa vicenda c’era finita dentro anche la Città di Taormina, perchè come ricorderanno i più attenti la Regione Siciliana inizialmente aveva messo nell’elenco dei beni disponibili per la vendita pure l’ex ospedale San Vincenzo. L’immobile di contrada Cuseni, in sostanza, appartiene per metà al Comune di Taormina e per l’altra parte è sede degli uffici Asp Messina del distretto sanitario 32.

L’allora Giunta Cuffaro e poi l’allora governo regionale di Raffaele Lombardo avviarono la procedura per mettere all’asta il bene, che era stato inserito dalla Regione tra i propri beni disponibili all’alienazione: un’azione che scatenò la protesta del Comune di Taormina, che riuscì poi a stoppare la vendita attraverso un documento del passato, prodotto dall’avvocato Dino Papale, che ribaltò l’esito della vicenda e, di fatto, ha stoppato la dismissione. Quel documento dimostrava il diritto alla titolarità di una parte dei locali da parte del Comune, e venne scongiurata la dismissione di un edificio che con molta probabilità si sarebbe avviato a diventare l’ennesima struttura ricettiva di questa città. Oggi e ormai da tanti anni l’ex ospedale è in stato di totale abbandono. Versa in condizioni disastrose, penose e imbarazzanti, che mortificano il gesto generoso di chi quella struttura l’aveva donata al Comune di Taormina e ai cittadini. E’ un pezzo di storia di Taormina che meriterebbe di essere riqualificato e rivalutato nella sua interezza, magari attraverso un’azione concertata tra Comune e Asp.

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