HomeAperturaCaos Pd: l'assenteista Schlein via prima delle Europee?

Caos Pd: l’assenteista Schlein via prima delle Europee?

La sua segreteria sta facendo rimpiangere persino quelli che hanno fatto disastri come la grandine alla guida del Pd, a partire dal collezionista di sconfitte Enrico Letta. Elly Schlein precipita nei sondaggi ma soprattutto perde consensi all’interno del Partito Democratico e adesso rischia il tracollo prima ancora delle elezioni Europee della primavera 2024. Nelle occasioni che contano lei sparisce, dribbla tutti e non prende parte alle sedute di Montecitorio per “assenze diplomatiche “, come ormai le definiscono al Nazareno.

L’ultima della serie ha coinciso con il voto in Aula (mercoledì 26 luglio) sulla proposta di legge presentata di Fratelli d’Italia per rendere la pratica della maternità surrogata “reato universale”. Tra parentesi: il testo ha incassato il primo sì alla Camera: 166 a favore, 109 contrari, 4 astenuti. Tema indubbiamente divisivo.

Nel voto finale l’opposizione – Pd, M5S, Alleanza Verdi e sinistra, +Europa – si è espressa contro la proposta di legge. Con l’eccezione di Azione-Italia viva, i cui deputati si sono divisi in tre blocchi seconco la “libertà di coscienza”. E tra i 15 dem assenti c’era lei: la segretaria Elly Schlein; mentre tra i 14 assenti dei Cinquestelle a sua volta il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte.

In teoria Schlein era giustificata dalla sua concomitante partecipazione al Consiglio Europeo. Peccato però che anche lì la Schlein non ci fosse. Va in piazza e scrive sui social: i dati sulle presenze e le assenze in aula la inchiodano ad una situazione che si fa sempre più rovente in casa Pd.

Le presenze in aula, dati aggiornati al 30 maggio, rivelano che Elly Schlein è all’ultimo posto in quanto a partecipazione ai lavori d’aula tra i leader della opposizione. Solo il 29,4% di presenze. Conte si ferma al 48,5% e Fratoianni invece è al 71,8%. Renzi batte tutti con un 70% di assenze, Calenda è poco distante, al 60,4%. Ma a questo punto Schlein comincia a rischiare grosso. E prima ancora degli italiani che potrebbero bocciare nuovamente il Pd alle urne, ora sono i big del Pd che valutano un clamoroso ribaltone prima ancora del voto.

Giorgia Meloni non brilla ed anzi sta decisamente deludendo rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale agli italiani ma, di questo passo, rischia di restare per altri cinque o dieci anni al governo se dall’altra parte l’opposizione rimarrà questa e nelle mani di Schlein, che al momento non sembra poter aggregare, non entusiasma gli elettori e semmai crea malumori nel suo stesso partito. Schlein arranca, si fa da parte sui temi divisivi e in tanti pensano che non sia in grado di rappresentare un’alternativa competitiva alla leader di Fratelli d’Italia.

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