TAORMINA – Il Comune di Taormina può vantare un patrimonio che vale 289 milioni di euro, immobili che potevano consentire all’ente di dormire “sonni tranquilli” e che invece per la maggiore parte sono andati in malora, abbandonati e ormai fatiscenti, con qualche sito che per fortuna è però anche oggetto di progetti di ristrutturazione. Ma in tutto questo erano e restano pochi i beni in locazione e il dato ancora più sconcertante è che neanche da questi affitti il Comune di Taormina riesce a portare nelle proprie casse risorse preziose per l’asfittica situazione del proprio bilancio.
A scoperchiare il pentolone è il consigliere (dissidente) di maggioranza Giuseppe Sterrantino, che all’atto dell’approvazione del consuntivo 2020 ha evidenziato: “il Comune non incassa quasi nulla, introita addirittura solo il 3% delle somme che gli sono dovute”.
“Sui residui attivi riguardanti i fitti c’è da rimanere senza parole – ha evidenziato Sterrantino -. Ad inizio 2020 si contavano 3 milioni e 900 mila euro di residui per fitti attivi, di cui riscossi 40 mila euro. Appare incredibile ma è così. Sono stati, quindi, eliminati 404 mila euro che fanno parte dei 10 milioni di euro dichiarati dall’ente non più esigibili. Al 31 dicembre 2020 si arriva a circa 5 milioni e 200 mila euro di residui totali sui fitti, di cui 5 milioni poi contenuti nel fondo di dubbia esigibilità, somme cioè svalutate e, come detto, probabilmente non più incassabili. In sostanza il Comune ha messo le mani avanti per far capire che si parla di importi che non potranno essere recuperati. Si tratta di numeri che si commentano da soli”.
Qualcuno ha ancora dubbi sul perché e come mai il Comune di Taormina sia finito al dissesto finanziario?
