TAORMINA – Accade tutto ed il contrario di tutto in 24 ore. La Regione Siciliana annuncia giovedì 16 maggio una proroga di un anno del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Poi, oggi 17 maggio la presidenza della Regione ufficializza la proroga “tecnica”, che però scende a 6 mesi. Ovvero dal 1 agosto al 31 dicembre 2023. E’ la sintesi impietosa dei fatti, un ulteriore segnale di come il “funerale” del Ccpm Taormina ad oggi sia stato soltanto posticipato. I chiodi nella bara non sono stati messi ma non tramonta il rischio che questa prospettiva funerea possa concretizzarsi.
In questa fase si è scatenata la protesta e da più parti è arrivato su Palermo l’eco martellante della “crociata” per tenere ancora aperto il reparto di Taormina. Il più incisivo di tutti – lo abbiamo detto e scritto – è stato Totò Cuffaro, perché è chiaro che l’ex governatore della Regione Siciliana è uno che conta, sa interloquire ad alti livelli politici e posta ancora gli equilibri e allora anche l’attuale presidente, Schifani, ha dovuto fare un (mezzo) passo indietro. Ma, al netto, di questa proroga “tecnica”, o sostanziale tregua, la volontà di chiudere il Ccpm non è tramontata.
In questo momento bisognava far calmare le acque, nel frattempo si aprirà il reparto di Palermo e il governo siciliano ha concesso su Taormina una proroga. Ma il futuro era incerto e rimane tale. Il prossimo capitolo della partita si giocherà a Roma, sulla deroga che sarà chiamato a concedere il Ministero della Salute rispetto al decreto Balduzzi. Ne parleremo meglio nelle prossime ore.
