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Ucraina, l’Occidente rassegnato alla “lunga guerra”

“Dobbiamo essere preparati per il lungo periodo, perché per loro natura le guerre sono imprevedibili”. L’analisi del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg sulla guerra in Ucraina suona come un pronostico di quello che i governi dell’alleanza atlantica si aspettano per i prossimi mesi.

“Ciò che sappiamo, tuttavia, è che ciò che accade intorno a un tavolo negoziale è inestricabilmente legato alla situazione sul campo di battaglia”, ha dichiarato all’agenzia tedesca Dpa. Il sostegno militare dell’Occidente è l’unico strumento “utile a garantire che l’Ucraina rimanga uno Stato sovrano e democratico”. Serve per convincere il presidente russo Vladimir Putin “che non può vincere sul campo di battaglia” costringendolo a negoziare. Per stessa ammissione del comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Salushnyi, “la guerra di terra in Ucraina si è impantanata”. In un articolo per la rivista britannica “The Economist”, ha avvertito che “una guerra di posizione richiede molto tempo e comporta enormi rischi per le forze armate ucraine e per lo Stato”.

I progressi per l’esercito ucraino sono difficili a causa dellelinee di difesa preparate da mesi dalla Russia. Uno dei centri più contesi è Avdiivka, nell’oblast di Donetsk. L’esercito ucraino respinge gli assalti dell’esercito russo da metà ottobre, quando ha avuto inizio l’assedio della città. Gli attacchi russi sono stati registrati anche nei pressi di Maryinka, 25 chilometri più a Ovest di Donetsk, e a Bakhmut, la città divenuta il simbolo per mesi della resistenza ucraina. Nel Nord-est, l’oblast di Kharkiv continua a essere più esposto, con attacchi continui verso Kupyansk.

Nella capitale Kiev sono tornate le esplosioni e le sirene. La gente è scappata nei rifugi antiaerei, un evento raro negli ultimi mesi. L’amministrazione militare della capitale ha fatto sapere che le forze di difesa ucraine hanno abbattuto un missile da crociera russo, del tipo Iskander. Il razzo è stato abbattuto, ma le esplosioni hanno terrorizzato la popolazione dei quartieri della sponda sinistra del fiume Dnipro. Nella regione russa di Tambov, nella città di Kotovsk, a 400 chilometri dal confine, è scoppiato un incendio in una fabbrica di polvere da sparo. A giugno, un incendio nella stessa fabbrica causò la morte di quattro persone e il ferimento di altre dodici. Ma il governatore regionale ha poi attribuito l’incendio a un errore umano, smentendo l’ipotesi di un attacco. L’impianto produce munizioni per l’esercito russo, compresa la polvere da sparo per le cartucce delle armi leggere. È uno dei più grandi impianti industriali della Russia.

Due droni provenienti dall’Ucraina sono stati intercettati nei cieli delle regioni di Mosca e Smolensk(non lontano dal confine con la Bielorussia), stando a quanto affermato dal Ministero della Difesa russo. Non sono state segnalate vittime causate dallo schianto dei velivoli, che sono stati abbattuti in tempo. Il timore è che l’arrivo di un nuovo inverno possa riproporre le rappresaglie già viste nel primo anno di guerra che hanno danneggiato metà della rete energetica ucraina. Kiev ora minaccia di attaccare le infrastrutture del petrolio russo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che gli ucraini “oltre a difendersi, risponderanno”.

Fonte Euronews Italia

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