HomePoliticaTeatro Antico e Parchi archeologici: Gaetano, pensaci tu

Teatro Antico e Parchi archeologici: Gaetano, pensaci tu

TAORMINA – Arriva in aula a Palermo il collegato finanziario nell’ambito del quale potrebbe essere discusso ed approvato l’emendamento presentato da “Sud chiama Nord” sulla gestione dei beni archeologici siciliani come il Teatro Antico. E la questione diventa uno spartiacque nella vertenza aperta con la Regione Siciliana dal sindaco di Taormina – e leader del movimento politico “Sud chiama Nord”, Cateno De Luca.

Agli organi di governo De Luca ha chiesto di far propria la proposta emendativa al disegno di legge “Disposizioni finanziarie varie. Modifiche di norme” (n. 21/A Stralcio I)”, da sottoporre all’esame dell’Aula.

Nello specifico De Luca, con il suo movimento, pone al centro del dibattito la proposta emendativa al disegno di legge “Disposizioni finanziarie varie. Modifiche di norme” (n. 21/A Stralcio I)”. “A causa dell’intensa e improcrastinabile attività dovuta alla mia recente elezione a sindaco di Taormina – spiega De Luca – non mi è stato purtroppo possibile partecipare alle sedute della II Commissione, nè all’esame del disegno di legge in oggetto sul quale la II Commissione ha proceduto al voto finale il 13 giugno. Ho dunque presentato un proposta emendativa chiedendo che il Governo regionale la faccia propria e la sottoponga all’Aula per la discussione e la successiva votazione. L’emendamento incide sulla normativa afferente i parchi archeologici e mira a rendere i comuni nei quali i beni immobili dei parchi ricadono partecipi non solo degli oneri derivanti dall’ingente afflusso turistico ma anche dei ricavi e ciò al fine di dare ristoro dei maggiori oneri sostenuti dai comuni discendenti dalla circostanza di avere nel proprio territorio beni archeologici di altissimo valore turistico”.

Si prevede, inoltre, che nel caso in cui si conceda il bene di competenza del parco archeologico a privati per attività aventi scopo di lucro, una parte del ricavato dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso, segnatamente il 20% equamente diviso, venga versato nelle casse comunali, per il ristoro dei maggiori oneri concessi alle attività di competenza comunale connesse all’evento, nonché al parco che cede il bene in concessione. Viene, infine, prevista la possibilità per il Comune o per l’unione dei comuni, dietro espressa richiesta, la possibilità di utilizzo esclusivo dei beni archeologici ricadenti nel territorio di competenza per almeno 120 giorni all’anno.

“Ciò che accade a Taormina – ha detto De Luca, a margine della nota – è quanto accade in tutti quei comuni in cui sono presenti siti archeologici gestiti dalla Regione, le cui scelte vengono subite dagli amministratori e dalle comunità. Chiediamo di non essere ospiti a casa nostra e di poter gestire in maniera efficace ed efficiente i siti e tutto ciò che ruota attorno ad essi. Se il presidente Schifani non vorrà far presentare questa norma di buonsenso che restituisce ai comuni ciò che già incassavano fino al 2015, sarò costretto ad emettere ordinanza per bloccare lo svolgimento dei grandi eventi al Teatro Antico di Taormina dal 1 luglio in poi”.

L’esito della questione passerà anche e soprattutto dalla figura che De Luca ha individuato per la mediazione palermitana in questa spinosa situazione, ovvero il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno. Il giovane presidente, originario di Paternò, uomo di fiducia di Ignazio La Russa, è in questo momento la figura di equilibrio sulla quale punta De Luca per capire se ci possono essere margini di interlocuzione con il “nemico” Schifani o se, invece, il presidente della Regione vorrà far saltare il banco e andrà, quindi, dritto per la sua strada, sbarrando la strada alle proposte deluchiane e alle crociate lanciate da Taormina sui vari fronti.

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