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Taormina 2023: tradimenti, veti e rancori, l’opposizione vuole un’altra batosta

TAORMINA – L’opposizione a Taormina è sempre più in crisi e a pochi mesi ormai dalle elezioni Amministrative, proprio nelle ore del voto per le Nazionali e per le Regionali, si consuma l’ultimo atto della “faida” politica tra i vari esponenti del fronte alternativo all’attuale Amministrazione e che a questa maggioranza e quasi certamente all’attuale sindaco Mario Bolognari – che è pronto a ricandidarsi – dovrebbe contendere in primavera il governo della città.

Il copione del 2018 si ripete, è tutti contro tutti per la candidatura a sindaco, tra veti e veleni, rancori e fatti personali, individualismi che spaccano e allontanano l’opportunità di un’intesa tra i vari esponenti di punta di questa parte politica. “Lavori in corso per un’altra sconfitta”, è il manifesto di questa compagine piena di ombre e che sinora non vede la luce. E domani non ci sarà più neanche la scusa del “parliamone dopo le Regionali”, ultimo paravento provvidenziale che ha consentito di rimandare il confronto.

In attesa di uscire allo scoperto, ognuno tesse la propria tela sbiadita, ciascuno disegna la propria trama imperfetta, tra piccole tattiche e pseudo-strategie che non portano da nessuna parte. Addirittura, nel frattempo, c’è chi prova a lasciare la nave prima ancora di salire a bordo e tratta un eventuale cambio di casacca. E’ bastato che trapelasse l’indiscrezione sull’avvenuto incontro tra il sindaco in carica e uno dei “big” dell’opposizione per scatenare il pandemonio. E’ l’ennesimo trambusto, probabilmente nemmeno l’ultimo. E’ un caos interminabile che va in scena da quattro anni, a suon di sospetti e dispetti, prese di distanze e adesso si traduce nella guerra di posizionamento con il giochino di sottofondo – su quest’ultimo giallo – del “non sono stato io, però mi risulta è stato lui”. Con il rischio ancora peggiore che, al netto di una disperata ricerca di smentite, possano emergere poi ulteriori dettagli.

Sale la tensione e la resa dei conti del 26 settembre inizia nel modo peggiore: quella di un braccio di ferro identico a quello delle scorse elezioni Comunali, con lo spettro che già aleggia di un’altra sconfitta, che stavolta rischia di essere ancora più netta e pesante, nei numeri e nella sostanza, di quella di quattro anni fa. A non intravederla e a non rendersene conto sono solo i diretti interessati.

Ai piani alti dell’opposizione taorminese prosegue ad oltranza la gara a chi ce l’ha più lungo e la battaglia non contempla la possibilità di desistere dai propri piani di auto-sindacatura. Così la situazione rasenta la farsa politica in salsa taorminese.

Bolognari si prepara a ricandidarsi e, al di là dei mal di pancia in atto pure sul suo fronte, intanto se la ride, in attesa di uno sfidante che ancora non c’è e che di questo passo rischia di arrivare a Ferragosto del prossimo anno. La litigiosa opposizione taorminese magari proverà a rifugiarsi ancora nel palliativo dei programmi, inseguendo il coraggio di riuscire a sedersi attorno ad un tavolo. Non c’è il candidato sindaco ma soprattutto manca una leadership riconosciuta.

Sul fronte avverso al primo cittadino, tutti insieme (anzi divisi) appassionatamente verso un’altra Waterloo. A meno che – e lo si è detto – non si materializzi davvero, da qui a poco, qualcuno che potrebbe sparigliare le carte e salvare la baracca. In ogni caso, gli attori odierni dell’opposizione taorminese in vista delle elezioni Comunali sono tutti ormai attesi da una scelta abbastanza semplice: fare un passo indietro per tornare in corsa oppure uno in avanti per perdere.

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