HomePoliticaTaormina 2023: il voto da non sprecare con lo stupidario del paesanismo

Taormina 2023: il voto da non sprecare con lo stupidario del paesanismo

TAORMINA – A Taormina la campagna elettorale sino a questo momento sembra una resa dei conti per pochi, un affare tra 10-15 padroni della cosa pubblica, con la variante stavolta dello straniero nei panni del guastafeste. La dura legge dei mister 150 voti che marcano il territorio contro il sindaco in trasferta.

I numeri dicono che si è arrivati al dissesto finanziario con 66 milioni di debiti sul groppone, 30 milioni di tasse non riscosse (repetita iuvant), il 3% di riscossione degli affitti comunali e la gran parte di un patrimonio da 289 milioni di euro ridotto alla vergogna del degrado e dell’abbandono più totale. E nel frattempo, oltre ai soldi di chi non pagava, il Comune di Taormina si è fatto fregare altre entrate come il 30% dei proventi del Teatro Antico, scippati da una legge farlocca del governo Crocetta che quei soldi li ha vincolati ai parchi, con il risultato che Taormina ha perso 800 mila euro all’anno e quelle somme vengono persino redistribuite poi ai parchi minori dell’isola, con tanti saluti alla Perla dello Ionio. E si potrebbe fare una vagonata di altri esempi per altri tre o quattro giorni di fila.

Taormina potrebbe campare di rendita, è la città senza alcun dubbio più ricca della Sicilia ma si è fregata con le sue stesse mani, perdendosi nella mediocrità di un ventennio caratterizzato dall’oscurantismo di un modo di amministrare la città alla “carlona” tra furbacchionate e coglionate varie.

Le elezioni del 2023 stanno andando a posizionarsi sul piano inclinato del solito scontro di paese tra un paio di guappi, qualcuno che ci prova ad alzare il livello c’è ma poi predica nel deserto perché il livello era e resta scadente. Si naviga a velocità da crociera, a suon di fatti personali e piccole faide noiose.

In realtà, nel cretinismo cosmico e nel fancazzismo 2.0 che pervade la bellissima Taormina, basterebbe avere un sussulto di intelligenza e un lampo di buon senso per capire che le elezioni del 2023 dovrebbero rappresentare altro, non il ring del Tizio contro Caio ma il salotto del confronto per Taormina. Un momento fondamentale per costruire, un’opportunità da non sprecare per capitalizzare la grande ripartenza in atto del turismo e dell’economia locale. Energie positive da far convergere per il progresso del territorio, non contributi negativi da disperdere nel solito stupidario dei discorsi da bar (anzi da social).

A Taormina si può avere una prospettiva, di ampio respiro e di beneficio totale per tutti, non se l’amico farà il sindaco o il compare andrà a fare l’assessore e neanche leccando il sedere al politico di turno per l’elomosina da guinzaglio di qualche mese d’estate ai parcheggi comunali. Il bivio è uscire dal paesanismo dell’invidia perenne per il compaesano e del cercare l’orgasmo da tastiera postando stronzate in libertà sui social. Le sfide del futuro sono altre e di ben altro rilievo rispetto all’arroccarsi sul pezzo di suolo pubblico, piuttosto che scannarsi in modo ridicolo e farsi la guerra uno contro l’altro, mentre gli altri si sono già presi la città e le altre mete turistiche viaggiano spedite come un treno.

Non conta nulla e vale zero chi vincerà le prossime elezioni e poi le altre ancora se non si parte da altre premesse. A Taormina i problemi bisogna affrontarli facendo ciascuno la propria parte. Occorre avere il coraggio di smetterla di costruire faide di quartiere, di sentirsi in guerra con i nemici immaginari e quelli sbagliati, mentre quelli veri la città l’hanno sodomizzata come l’eldorado dei ca…i propri.

Taormina cambia e svolta se avrà la capacità di ricreare una classe politica all’altezza ma anche di riscoprire l’anima del solidarismo e tornare una vera comunità nell’interesse di tutti e non di pochi, liberandosi dalla cappa becera di veleni, rancori e chiacchiericci da cortile di quelli che prima eleggono gli amministratori e al primo favore negato, come bandiere da strofinaccio, avvelenano i pozzi. Fustigatori per tutte le stagioni che brandiscono una tastiera come implacabili spadaccini e poi, a computer spento, diventano docili sanculotti col fusillo Barilla.

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