TAORMINA – Il terremoto politico romano che ha portato alla caduta del governo Draghi, con le elezioni Politiche fissate per il 25 settembre, potrebbe ora determinare anche l’anticipazione delle Regionali in un election day che scompaginerebbe in modo assoluto i piani della politica siciliana, ad oggi protesi verso il voto a novembre, e di riflesso cambierebbero anche gli equilibri nei comuni che andranno alle urne poi nel 2023, come Taormina in primis.
Sin qui Nello Musumeci allontana le dimissioni e conferma che si voterà a novembre per le Regionali ma se dovesse arrivare l’input per l’election day dai palazzi romani e soprattutto da Fratelli d’Italia, a quel punto le elezioni anticipate diventeranno realtà.
Se dovessero esserci le Regionali subito, a Taormina cadrebbe in particolare l’ultimo alibi al quale si è aggrappato sin qui disperatamente l’area politica dell’opposizione, divisa e da tempo lacerata da una crisi d’identità irrisolta, senza una leadership riconosciuta e che ha visto dividersi i suoi big, con le varie candidature a sindaco ormai cadute una dopo l’altra, prima ancora della campagna elettorale.
Sino a questo momento l’opposizione ha tentato di mascherare la crisi facendo sapere che ancora sarebbe troppo presto (a soli 10 mesi dal voto…) e che le valutazioni sulla formazione dell’aggregazione e sulla scelta del candidato sindaco avverranno dopo le Regionali, a novembre. Un modo per prendere tempo e per allontanare la discussione, ben sapendo che in realtà le dinamiche politiche locali esulano da quelle di Palermo e anche la storia recente ha sempre dimostrato che le Comunali fanno storia a sé.
L’eventuale election day farebbe cadere, insomma, l’ultima foglia di fico di un’opposizione che a Taormina vive una situazione sempre più complicata, al bivio incombente tra la prospettiva concreta di un’altra sconfitta alle Comunali che pare al momento difficilmente evitabile e la speranza, che rimane, di un colpo di scena in extremis che possa rianimare il fronte e ribaltare la partita.
