HomeTurismo & LifestyleSaudi 2030: Taormina nella lista della spesa con la "benedizione" di Renzi

Saudi 2030: Taormina nella lista della spesa con la “benedizione” di Renzi

TAORMINA – I prossimi mesi, anzi già le prossime settimane, potrebbero portare importanti novità nell’hotellerie di Taormina dove stavolta potrebbe irrompere sul serio, come un ciclone, l’Arabia Saudita, con la forza straripante dei suoi petroldollari.

Il fondo Pif, guidato da Mohammed bin Salman (Mbs) ha scatenato un’offensiva economica, diplomatica e di immagine senza precedenti, che mette l’Italia al centro dei piani sauditi in Europa e guarda alla conquista dei simboli del lusso in particolare.

E in questo ambito una cosa è certa: nel Saudi Vision 2030 rientra l’acquisto di una serie di alberghi nel Bel Paese, compresa la “bandierina” da mettere a Taormina.

Come vi abbiamo raccontato di recente è stata praticamente chiusa la trattativa per il 49% del gruppo Forte hotels, valutato 1,3 miliardi di euro, acquisito dal fondo Pif, che così è diventato socio di Rocco Forte. Ed è altrettanto storia nota che tra gli obiettivi dell’imprenditore italo-britannico ci sia da sempre l’acquisizione di un hotel a Taormina. Un “pallino” di vecchia data, un sogno da realizzare. Ora Forte è pronto a sferrare l’assalto decisivo. Dopo aver provato a prendere negli anni scorsi il San Domenico Palace e, dopo aver trattato più recentemente un altro storico albergo di Taormina centro, per il quale la pretesa era allora stata ritenuta eccessiva, stavolta ci sono tutte le condizioni.

Forte potrà avvalersi della “potenza di fuoco” del fondo Pif e l’Arabia Saudita, partner strategico che a sua volta, guarda con grande interesse all’opportunità di diventare protagonista nelle capitali italiane del turismo, tra le quali Taormina, simbolo dell’ospitalità internazionale in Sicilia e al Sud Italia.

Il fondo sovrano Public Investment Fund può contare su un grande estimatore di Taormina, che certamente potrà dare referenze positive su questa destinazione: Matteo Renzi, che, al netto del qualunquismo spicciolo di tutti i soliti discorsi politici, alla Perla dello Ionio ha fatto un immenso regalo. Non bisogna dimenticare che l’allora premier Renzi scelse Taormina come sede del G7 2017 e difese questa indicazione, portando qui un evento poi entrato di diritto nella storia della città e che ha avuto (e continua ad avere) un impatto straordinario sul turismo.

“Il senatore di Italia Viva – come ha evidenziato L’Espresso – è l’unico europeo fra gli otto fiduciari del think tank saudita Fii institute guidato da Yasir al Rumayyan, braccio destro di Mbs nel business e che, attraverso Pif, gestisce beni per 650 miliardi di dollari comprese quote in Blackrock, Microsoft, Accor, Huber, Jp Morgan e Softbank, è anche alla guida del golf mondiale e del Newcastle, club di Premier League”. E Pif, come detto, è diventato adesso anche socio di Rocco Forte. Un asse “forte” di nome e di fatto che promette di irrompere nel pianeta dell’hotellerie di Taormina. Anche con la “benedizione” di un consigliere d’eccezione: il senatore di Scandicci, innamorato della Perla.

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