Matteo Renzi ha ormai trovato la chiave per scardinare gli equilibri del centrosinistra che ad oggi ruotano attorno al duello tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. Per l’ex premier non potrà essere nessuno dei due a sfidare Giorgia Meloni alle prossime Politiche e allora il piano del “rottamatore” comincia a muovere i suoi primi passi. Silvia Salis è la prescelta per il ribaltone renziano e la sindaca di Genova ha preso la parola ieri alla Leopolda. La presenza di Salis a “casa Renzi” non è passata inosservata, è l’ennesimo segnale della strada tracciata dal leader di Italia Viva.
Salis è salita sul palco della Leopolda con personalità e ha lanciato più di un segnale su quel che probabilmente avverrà nel 2026. “L’unione è la forza della classe dirigente del campo progressista che la destra non ha. Nel passato il male del campo progressista è stata la corsa alla differenziazione che non produce nessun risultato, bisogna concentrarsi su quello che ci unisce. Devo dire che a Genova ha funzionato molto bene, per cui lo consiglio”.
“Noi siamo costretti come politica a occuparci del quotidiano e purtroppo un grande difetto della politica è inseguire il consenso – ha aggiunto -. Per inseguire il consenso fai fatica ad occuparti del futuro. Per immaginare il futuro servono scelte coraggiose, servono scelte che riguardano energia, transizione ecologica, tutela dell’industria, sono scelte che tutti noi facciamo nella nostra vita, ogni giorno. E che fa poi la politica nazionale. Questo non deve essere un ministero astratto. Ma un ministero che collabora con il lavoro degli altri ministeri. Quando pensiamo a una grande opera servirebbe una certificazione del ministero del futuro. Credo che la politica debba impegnarsi un po’ di più in questo, non cercare l’applauso di oggi ma nel cercare di capire se poi nella storia quel gesto sarà applaudito”. Secondo Salis “la politica ha la malattia del taglio del nastro”, “governare non significa gratificare gli elettori di oggi ma gratificare quelli di domani”.
Tutte parole e frasi che non lasciano troppo spazio a fraintendimenti, è il messaggio subliminale (ma non troppo) di marca “renziana” al centrosinistra, con un mood che è esattamente quello scelto da Matteo Renzi per centrifugare l’attuale linea politica dei vertici del centrosinistra e ridisegnare la trama della sfida a Meloni e al centrodestra.
Ma Salis è andata oltre, con una proposta: “L’Italia ha bisogno di un Ministero del Futuro, che si occupi in modo trasversale di tutto quello che sta succedendo nel Paese. Servono scelte coraggiose per il futuro. Basta con la malattia del taglio del nastro, bisogna pensare non a trimestre o semestre ma a decenni, lavorando per chi vorrà. Basta con il teatrino del consenso e del mantenere la percentuale, a volte servono anche scelte impopolari ma con coraggio. Ed il coraggio è fare ciò che è giusto, partendo anche dai fischi del presente che saranno applausi del futuro. Dobbiamo parlare di più ai giovani. L’Ia cambia mentre sto parlando. L’Intelligenza Artificiale è la sfida più potente che abbiamo di fronte. Dobbiamo chiederci: vogliamo fare parte di questo progresso? La storia ci insegna che chiunque abbia resistito al progresso sia stato spazzato via”.


