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Sabato dà l’addio a Berlusconi: “Amava Taormina, ricordo le nostre telefonate. L’Italia perde un gigante”

TAORMINA – Anche Taormina dà l’addio a Silvio Berlusconi e lo fa attraverso le parole di Vittorio Sabato, noto e stimato imprenditore taorminese.

Il 25 maggio 2017, poco prima dello storico G7 nella Perla dello Ionio, negli Stati Uniti, sulle prestigiose colonne del News York Times, Sabato venne definito “the Silvio Berlusconi of Taormina”, proprio “il Silvio Berlusconi di Taormina”. Ricchi entrambi e protagonisti nelle rispettive realtà, tutti e due sono partiti dalla gavetta quando erano giovanissimi, e poi sono stati capaci di ribaltare completamente la prospettiva del loro destino. Sabato ha avuto modo di conoscere Berlusconi davvero e con l’ex premier e leader di Forza Italia erano diventati amici.

“Sono molto dispiaciuto della scomparsa del presidente Berlusconi – racconta a TN24 Sabato -. Nei giorni scorsi se n’è andata la mia amata moglie Franca e questa mattina ho appreso con un profondo senso di tristezza e con sincero dolore la notizia della morte di Berlusconi. Ho avuto modo di conoscerlo e di parlare con lui diverse volte negli anni scorsi. Si è creato un rapporto di rispetto e di simpatia. L’ultima volta che ci siamo sentiti al telefono fu nel ferragosto di due anni fa. Porterò sempre con me il ricordo di quelle conversazioni. Non la smetteva mai di parlare ma era sempre bello ascoltarlo”.

“Ci lascia un uomo che ha segnato in modo indelebile la storia della politica italiana ma anche dell’imprenditoria, oltre che dello sport – continua Sabato -. Sin dalla sua discesa in campo in politica è stato massacrato da una sequenza impressionante di procedimenti giudiziari nei quali poi è stato sempre assolto. Ha lottato come un leone ed è riuscito a rispondere alle tante avversità che ha dovuto affrontare. Nella nostra ultima telefonata, due anni fa, mi disse che voleva venire a Taormina e che avremmo trascorso una serata insieme. Conosceva Taormina e qui in passato voleva comprare una villa. Era rimasto colpito dalla grande bellezza della nostra città, si era innamorato di questo posto ed era stato qui con la sua famiglia”.

“Nella storia di Berlusconi mi riconosco anch’io perché entrambi abbiamo iniziato a fare gli imprenditori da giovani, lui nella sua Milano ed io quando sono arrivato a Taormina da Fondachelli Fantina. Avevamo tante speranze e altrettanti sogni e progetti ma eravamo tutt’altro che ricchi. Lui ha iniziato a fare cose straordinarie e la sua storia, che poi lo ha portato ad avere una infinità di successi, è partita quando ha realizzato Milano 2, (quartiere residenziale sito nel territorio del comune italiano di Segrate, nella città metropolitana di Milano, costruito negli anni settanta dalla Edilnord di Silvio Berlusconi). Io in quello stesso periodo ho aperto, nel 1969, l’azienda che porta il mio nome a Trappitello e che adesso viene portata avanti dai miei figli Giuseppe e Maria Rita, e oggi anche da mio nipote Vittorio Sabato Jr. In tutto questo tempo ho fatto realizzare tanti edifici nella mia amata cittadina di Trappitello, cambiandone il volto e rendendola una zona residenziale e commerciale di Taormina. In questa giornata triste in cui Berlusconi se ne va, rivedo quel passato e penso a quanto sia importante far capire ai giovani che la cultura del lavoro e l’impegno costante possono fare la differenza e portare ad ottenere risultati impensabili”.

“Sono sempre stato un berlusconiano sin da quando è sceso in campo, non ne ho mai fatto mistero e adesso lo rivendico con orgoglio”, dice Sabato.

Vittorio Sabato svela, infine, un retroscena personale che riguarda proprio Silvio Berlusconi: “Il 4 giugno 2022 sarei dovuto andare a Venezia per incontrare il presidente Berlusconi e avrei dovuto consegnargli io il Leone d’Oro alla carriera. Purtroppo non gli fu possibile venire a ritirare quel premio, per motivi di salute”. La consegna avrebbe riguardato quello stesso riconoscimento prestigioso di cui era stato insignito Vittorio Sabato il 25 ottobre 2019 a Venezia, quando a premiare allora l’imprenditore taorminese erano stati Gianni Rivera e Fabio Capello, due leggende del Milan che Berlusconi ha reso grande dal 1986 al 2004. “Sarebbe stato un momento bellissimo – conclude Sabato – ma rimane l’orgoglio di aver conosciuto quest’uomo che ha dato tanto, lascia un’impronta indelebile in tutti in campi in cui si è impegnato e merita di essere ricordato come una delle figure che hanno fatto la storia di questo Paese”.

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