HomePoliticaRaddoppio Rfi: la Regione è pronta a sostituirsi al Consiglio di Taormina

Raddoppio Rfi: la Regione è pronta a sostituirsi al Consiglio di Taormina

TAORMINA – Taormina va alla contesa con Rfi sulla nuova linea ferroviaria ma ora sulle (tardive) rimostranze del Comune di Taormina incombe la “spada di Damocle” della Regione Siciliana che potrebbe entrare in scena e sostituirsi al Consiglio comunale. Il segnale è già arrivato ed è eloquente. La Regione Siciliana si è mossa, nel frattempo, sui mancati adempimenti di otto comuni della provincia di Messina rispetto al progetto esecutivo per il raddoppio Rfi e l’assessore al Territorio ed Ambiente, Elena Pagana, ha deciso di applicare i poteri sostitutivi in riferimento agli atti non espletati dalle Amministrazioni Comunali di Messina, Itala, Alì Terme, Nizza di Sicilia, Furci Siculo, Sant’Alessio Siculo, Letojanni e Scaletta Zanclea.

In quei comuni la Regione ha inteso provvedere, in via sostitutiva, alla convocazione del Consiglio Comunale, ponendo all’ordine del giorno il parere sul progetto per il “Raddoppio della tratta Giampilieri – Fiumefreddo secondo Lotto Funzionale: Taormina – Giampilieri e nella fattispecie l’iter comprensivo delle Varianti al progetto definitivo“. Ora nel mirino c’è Taormina, dove la questione è più spinosa del silenzio-assenso che si era registrato negli altri centri della provincia.

Nel caso di Taormina il Consiglio comunale di Taormina ha deliberato il 9 dicembre scorso la la revoca della delibera di Consiglio comunale n.21 del 22 aprile 2021 che aveva approvato il progetto e da lì è partito un tentativo di concertazione. Un confronto che sinora, a quanto pare, non ha prodotto esiti risolutivi, perlomeno dal punto di vista delle aspettative del Comune di Taormina.

“L’accordo che era stato fatto tra Rfi e il Comune di Taormina prima di noi – ha detto lunedì scorso De Luca – prevedeva degli interventi che avrebbero smembrato una parte del parcheggio, per la nuova stazione, facendo saltare due piani di parcheggi, la zona inferiore, circa 200-300 posti auto. Abbiamo iniziato un braccio di ferro e abbiamo, soprattutto, revocato una delibera di Consiglio comunale fatta in maniera demenziale e così si è aperto poi un momento di concertazione. Se Rfi si rende conto che ha fatto grande una ca**ata, vedremo di trovare una soluzione, e risolveremo tutto passando dalle vie istituzionali. Se, invece, di fronte a una situazione del genere e a questa ca**ata, pensano di andare avanti così, a quel punto cambierà l’approccio”.

Ma, riavvolgendo il nastro di qualche mese, De Luca stesso ha fatto capire – lui per primo – il 9 dicembre scorso, in quella seduta che aveva portato alla revoca della delibera, che se dovesse entrare in campo la Regione (o il governo nazionale) ci sarà ben poco da fare.

“Non so quale sarà l’esito di questa nuova fase e con molta onestà faccio una premessa. Ciò comunque non fermerà l’opera, diciamolo subito, perché esistono tanti provvedimenti sostitutivi che il governo nazionale e il presidente della Regione possono mettere in atto, infischiandosene delle nostre osservazioni. E’ ovvio che ciò significa la rottura e ledere il principio di leale collaborazione tra gli enti ma noi abbiamo il dovere di provarci. Se riusciamo, in alternativa, a dire ad Rfi, notificandolo con atti concreti, che noi non ci stiamo, allora quello diventa il messaggio di una comunità. Se Rfi ritiene più utile ripristinare il rapporto di leale collaborazione questo è il momento per farlo. Ognuno metterà i propri strumenti in campo e io mi avvarrò dei miei poteri di ordinanza e ci sarà chi potrà impugnare le mie ordinanze. Ma è un clima di scontro che a nessuno conviene creare, di fronte ad un’evidenza: Taormina non può pagare un altro prezzo ad un’opera di cui non ha bisogno. E’ chiaro che dobbiamo ragionare in una logica più ampia di una vasta opera che riguarda il comprensorio e tutta la Sicilia, ma non possiamo essere noi come territorio a pagarne le conseguenze. Ecco dove sta la differenza tra opere funzionali e opere compensative, di cui in questo caso non si è tenuto conto. Il presupposto per fare almeno un tentativo di rivedere la situazione è, intanto, la revoca di questo atto deliberativo”. Queste le parole pronunciate dal sindaco di Taormina la sera del 9 dicembre 2023.

Taormina rischia di aver perso il treno, mettiamola così, per dire la sua e opporsi a quelle che potrebbero essere le criticità, indubbiamente significative, del progetto. Non ci sono certezze sul collegamento Lumbi-centro storico, pare addirittura che siano a rischio due piani del parcheggio Lumbi e non si comprende se e per quanto tempo dovrebbe rimanere chiusa la Via Garipoli.

E allora dalle parole di De Luca (quelle di dicembre) al decreto che ha nominato un commissario in 8 Comuni, la strada appare tracciata ed è un doppio indizio inequivocabile che mette Taormina spalle al muro e non sembra prestarsi a troppe interpretazioni. La strada verso un’auspicata rivisitazione del progetto è decisamente in salita. La questione è tutta nelle mani di Rfi: se le Ferrovie dello Stato decidono di rivedere qualcosa e acconsentire alle richieste di Taormina, è una storia e allora la vicenda si riapre. Se Rfi decide di andare avanti dritta per la sua strada, rispetto ad un iter che ha un progetto approvato dai vari enti, opere già appaltate e cantieri già aperti, allora il discorso è chiuso e non c’è spazio per la filosofia e i desiderata last minute. La palla è nelle mani di Rfi. Senza se e senza ma.

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