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Pronto Soccorso di Taormina al collasso ma ormai è la normalità

TAORMINA – Non solo Ccpm. Resta in primo piano la vicenda della Cardiochirurgia pediatrica ma all’ospedale San Vincenzo rimangono anche e soprattutto irrisolte tante altre questioni di pari importanza, riguardanti i vari reparti del presidio.

In particolare c’è un problema di cui si parla poco o nulla e che invece continua a caratterizzare impietosamente le dinamiche dell’ospedale ed e’ la sofferenza di un reparto che dovrebbe essere il punto di forza del San Vincenzo ma rappresenta il principale nervo scoperto, consegnato ad un amaro destino.

Il Pronto Soccorso di Taormina ha tanti utenti e pochi medici. Fa registrare numeri che in proporzione sono quelli di un capoluogo come Messina o Catania ma viene trattato come il piccolo PS di un nosocomio di periferia. Figurarsi in estate quando Taormina scoppia si turisti e di gente che arrivano orbita in questo territorio. Se ne parla da tempo immemore e si discute sempre delle stesse criticità ma poi non cambia mai nulla e ci si limita a qualche inutile “singhiozzo” a mezzo stampa e ai riti ancora più inconcludenti come le manifestazioni con i politici che espongono (sorridenti) striscioni con i soliti slogan.

“Salviamo l’ospedale”. E come? Con le chiacchiere di un distretto sanitario che si e’ fatto scippare negli ultimi 15 anni oltre 100 posti letto mentre era affaccendato a spartirsi poltrone, incarichi, nomine e supercazzole varie?

Le lunghe attese scandiscono ormai inesorabili come una ghigliottina ogni giornata al Pronto Soccorso di Taormina per i malcapitati di turno. I pazienti arrivano e sono costretti ad attendere con un carico di pazienza infinita per diverse ore. E all’interno c’è un organico insufficiente che non ce la fa a potersi fare carico di tutte i vari casi perché non si può chiedere ad un medico di farsi carico di 20-30 persone contemporaneamente. Ci sono le emergenze, i codici rossi, ma si verificano anche parecchi episodi di modesta rilevanza che potrebbero essere gestiti in maniera differente e forse altrove (vedi medicina sul territorio) e invece finiscono per confluire al San Vincenzo, mettendo ulteriore pressione e carico di lavoro ad un reparto che da tanti anni ormai appare al collasso. Intanto i baroni della politica siciliana tagliano in pompa magna nastri a ripetizione a Palermo e Catania. Da quelle parti si inaugura, qui si sforbicia e si taglia tutto ciò che si può tagliare.

Tutto questo e’ diventato la normalità e forse e’ proprio questa indifferenza la cosa peggiore. Si considera accettabile che il Pronto Soccorso di Taormina abbia in alcuni turni un solo medico a dover gestire i flussi, un quadro fatto di attese, stress, preoccupazione che spesso si traduce in dei momenti di tensione. E la parola tensione poi fa rima con quella aggressione.

Ma si ritiene che, in fin dei conti, possa essere tollerabile che le persone siano costrette ad attendere ore ed ore prima di tornare a casa. Va molto peggio nelle circostanze in cui si rende necessario ricoverare un paziente ma non c’è il posto letto e si rischia di finire in qualche altra sperduta provincia della Sicilia. E’ un’odissea, ma soprattutto e’ un quadro desolante e vergognoso sul quale la politica del territorio deve fare una battaglia seria e senza più indugiare. Prima o poi (speriamo prima) lo si comprenderà che la narrazione quotidiana di un ospedale in queste condizioni e’ un tema scottante che riguarda tutti e nessuno escluso. Ed e’ un problema di fronte al quale non si può più fare finta di niente.

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