HomeAperturaPIOGGIA DI BOMBE IN UCRAINA MA LA NATO NON INTERVIENE

PIOGGIA DI BOMBE IN UCRAINA MA LA NATO NON INTERVIENE

la guerra in Ucraina (foto Unicef)

La guerra in Ucraina sta mostrando in queste ore al mondo immagini atroci. La Russia invade e uccide, l’Ucraina si difende e la Nato sta a guardare e si limita alle sanzioni e agli aiuti, con una strategia attendista e non interventista che sin qui da un lato vuole scongiurare il rischio di una Terza Guerra Mondiale ma dall’altro consente, intanto, la morte di tanti civili. Muoiono gli innocenti e, ancora una volta, a pagare il prezzo dell’avida follia umana e delle lotte per il potere sono soprattutto i bambini. Alcuni di loro sono costretti a stare nei bunker con gli occhi sconvolti dalla paura, con gli sguardi paralizzati dal terrore, tristi e attoniti perché non comprendono il perché di questa guerra. Molti altri bambini, purtroppo, sono già morti e i loro corpi straziati raccontano l’orrore indicibile di questa situazione, la vigliaccheria degli invasori e l’ottusità di chi doveva fare l’impossibile per fermare il conflitto ed anzi prevenirlo ma ancora adesso sta consentendo la prosecuzione di questo bagno di sangue.

Raid aerei spietati stanno mettendo a rischio milioni di bambini. Per esattezza ci sono 7 milioni e mezzo di bambini in pericolo sotto le bombe. Mentre la violenza aumenta in tutto il Paese, cresce pure il numero delle vittime. Aspettando che la Nato si svegli e si dia una mossa, continuano le notti spaventose e insonni per i bambini mentre le ostilità aumentano in tutta l’Ucraina. “Non si può intervenire perché altrimenti scoppierà la Terza Guerra Mondiale”, “la Nato è una forza di difesa”, si racconta questa vicenda con queste premesse ma oltre i formalismi la guerra è già in atto e le vittime sono già sul campo.

Siamo di fronte a una che va fermata subito e lo urliamo ad alta voce ma la verità è che è già troppo tardi: ci sono stati dei morti che non avevano alcuna colpa, vite spezzate dalla barbarie voluta da Putin ma in una vicenda dove la Nato non è esente da colpe. La Nato, l’alleanza atlantica di cui fa parte anche l’Italia, è una forza di pace ma ci sono situazioni come questa in cui la pace non può essere difesa limitandosi alla logica delle sanzioni – seppur indubbiamente mirate e pesanti – e al fornire armi a una delle due parti in guerra, lasciando al contempo che i civili vengano bombardati, trucidati e spazzati via come se queste vite fossero un prezzo da dover pagare per arrivare poi tra qualche tempo al cessate il fuoco e dirsi soddisfatti a devastazione ed eccidio compiuti.

A cosa e a chi serve questa Nato che consente a braccia conserte la morte dei bambini e il sacrificio dei civili ucraini? Certamente a a noi questa Nato non piace e per come stanno andando le cose le colpe di questa guerra sono in parte di Putin che sta portando avanti la sua inaccettabile e delirante campagna di espansione per riprendersi pezzi dell’ex URSS ma le responsabilità sono anche della Nato, a partire dagli Usa, che non hanno fatto niente per impedire che si arrivasse a questo punto. Quello che sta accadendo in Ucraina è il fallimento della diplomazia e dei Capi di Stato e dei ministri che non sono riusciti a far ragionare Putin ma prima ancora non hanno compreso sino in fondo le sue intenzioni e che il pericolo di guerra era reale e non era solo propaganda del Cremlino.

La storia non ha insegnato niente a chi non ha compreso o peggio ha sottovalutato il pericolo dello scenario bellico che stava prendendo forma. La guerra è sicuramente il modo peggiore per risolvere un conflitto e nella storia dell’umanità l’essere umano ha fatto ricorso alla violenza armata tante volte. Con il progresso della nostra civiltà questo fenomeno non si è arrestato. Al contrario, le ultime grandi guerre hanno portato alla morte di milioni di persone attraverso l’uso di armi sempre più potenti e letali. La consapevolezza di queste premesse e di uno scenario ad alto rischio doveva spingere l’Europa e gli Stati Uniti a prevenire una guerra, non aizzarla e avere la tracotanza di pensare che sarebbe bastata qualche passerella mediatica come quella di Macron per fermare Putin. Bisognava sedersi ad un tavolo con Putin, arrivare prima e per tempo ad un punto di non belligeranza. Mostrare i muscoli con qualche inutile dichiarazione come quella del pavido e inadeguato presidente americano Biden non ha scalfito Putin di un millimetro. Questa non è una guerra in cui l’invasore non è Saddam Hussein con al seguito qualche fanatico e non c’è Bin Laden che si nasconde nelle grotte. Non siamo in Iraq e nemmeno in Afghanistan, ad invadere l’Ucraina è stata una potenza mondiale come la Russia, che ha 300 mila soldati e si è preparata il terreno con alle spalle alleati altrettanto pericolosi come la Cina e la Corea del Nord.

Abbiamo visto in questi giorni, in tv e sul Web, i volti dei bambini che lottano contro questa guerra. Ci ha colpito vedere, ad esempio, la piccola Sofia, una bimba di 4 anni, con lo sguardo terrorizzato dall’incubo di chi vede la sua esistenza minacciata dalle bombe che stanno distruggendo la sua casa e forse segneranno per sempre il suo destino. Lei e la sua famiglia sono costretti a nascondersi mentre la crisi si aggrava e nessuno di noi sa se questa bimba ce la farà a salvarsi. Tanti altri bambini, tante altre famiglie sono prigionieri di questo dramma immane.

Stiamo vivendo a distanza tante storie che ci lasciano senza parole. Come la piccola Mia, nata pochi giorni fa a Kyiv, Ucraina. Per sua madre, Svitlana, quello che avrebbe dovuto essere uno dei giorni più felici della sua vita, era invece pieno di paura. Di notte Svitlana si è svegliata con contrazioni dolorose e il terrificante suono delle sirene fuori dalla sua finestra. Con suo marito, ha affrontato il bombardamento per guidare fino al reparto maternità più vicino. “Durante il parto ho sentito esplosioni fuori dalla finestra”, dice. “Ho tenuto la mano di mio marito per non essere così spaventato. “Dopo la nascita di Mia, Svitlana ha avuto solo pochi minuti per vestirsi, fare le valigie e scendere in cantina per sicurezza. “La priorità era salvare la vita del bambino. “Svitlana dice che al momento sta trascorrendo le sue notti in macchina nel parcheggio sotto casa sua.

La popolazione ucraina piange ed è costretta a scappare, con tanta gente che sta lasciando il Paese e il mondo che si prepara ad accogliere milioni di profughi. Ci sono anche tanti ucraini che resistono in modo commovente restando nella propria terra, da soli contro il nemico, nei rifugi cercano di salvarsi la vita e arruolandosi volontari per imbracciare armi mai usate prima. A nascondersi, per la vergogna del proprio fallimento politico e diplomatico, dovrebbero essere, invece, i vertici della Nato e degli Stati più ricchi e potenti che, al netto della retorica delle buone intenzioni, hanno consentito un’escalation di morte e distruzione. Un genocidio che nessuno di noi sa quando finirà.

Nessun bambino dovrebbe mai vedere la propria casa danneggiata e la propria vita distrutta. I bambini hanno bisogno di pace, adesso, subito. La guerra è colpa di chi la fa ma anche di chi la consente.

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