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Ospedale Taormina sotto la gestione Papardo: così la gente finirà a 63 km da casa

TAORMINA – Il documento del governo regionale che promette (o minaccia, a seconda dei punti di vista) di consegnare l’ospedale di Taormina nella mani dell’Azienda Ospedaliera “Papardo” di Messina fa discutere, accende polemiche ma soprattutto suscita la comprensibile preoccupazione dei cittadini.

Al momento la Regione la definisce “un’ipotesi di studio che necessita di un lavoro di approfondimento per essere trasformato in qualcosa di strutturato”, fatto sta che la prospettiva è quella di far transitare sotto la gestione del Papardo i 7 ospedali messinesi: Giuseppe Fogliani di Milazzo, San Vincenzo di Taormina, Barone Romeo di Patti, Cutroni Zodda di Barcellona, Civile Sant’Agata di Militello, Civile di Lipari, San Salvatore di Mistretta. Dunque tra queste c’è anche Taormina, che si avvierebbe alla prospettiva di diventare una sostanziale “succursale” del Papardo.

Ciò significa che se già adesso l’ospedale di Taormina è stato depotenziato e costretto alla chiusura di alcuni reparti, con i pazienti che vengono costretti ad andare a Messina o Catania, la tendenza è destinata a consolidarsi ulteriormente. Se oggi dover finire distanti da casa è una possibilità, magari anche evitabile, domani potrebbe trattarsi di una certezza assoluta. A 63 chilometri di distanza, ad un’ora da Taormina.

Il tempo delle chiacchiere e dei desiderata è finito. La politica di zona ora deve muoversi, ma anche la gente è chiamata a fare la propria parte e a comprendere che poi non servirà a niente lamentarsi perché un proprio parente dovrà essere portare a Messina. Non servirà a nulla inveire tra qualche tempo, quando la “frittata” si sarà compiuta. Si può scegliere di difendere l’ospedale di Taormina oppure si può assistere a braccia conserte allo smantellamento finale del San Vincenzo e alla consegna delle “chiavi” ad un’azienda ospedaliera di Messina.

Il passaggio dell’ospedale di Taormina alla “corte” del Papardo di Messina mette in discussione il futuro diverse unità operative. L’idea sarebbe quella di “razionalizzare” – così si dice – i costi e tagliare i doppioni, i reparti che cioè sono presenti sia in una struttura che nell’altra. L’Urologia di Taormina è già ad un passo dalla chiusura. Ora rischiano perlomeno il depotenziamento anche unità strategiche come la Cardiologia e l’Oncologia medica: quest’ultima ha già subito il trasferimento di tre medici su dodici, trasferiti a Barcellona Pozzo di Gotto. E naturalmente è tutto da decidere il destino della Cardiochirurgia Pediatrica che rischia la chiusura dal 1 febbraio 2024.

Lo scenario è decisamente preoccupato e, al netto delle solite rassicurazioni di circostanza che potranno arrivare, il transito del San Vincenzo con il Papardo è un’ipotesi da scongiurare. All’orizzonte c’è un’unica soluzione che può salvare e rilanciare l’ospedale di Taormina: renderlo azienda autonoma. Non esiste nessuna alternativa, non c’è altra strada.

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