HomeAttualità e CronacaOspedale di Taormina: il diritto alla salute s'inchina alla fiera del voto

Ospedale di Taormina: il diritto alla salute s’inchina alla fiera del voto

TAORMINA – L’ospedale di Taormina dovrebbe essere una delle poche cose in grado di unire tutti sulla medesima posizione, perché chiunque e nessuno escluso potrebbe aver bisogno di questa struttura. E’ storia nota che questo ospedale, che sino a non troppi anni fa era un vero gioiello della sanità, oggi purtroppo arranca tra una lunga serie di problemi irrisolti, promesse non mantenute dalla politica, che anzi ha chiuso progressivamente i rubinetti del San Vincenzo e lo sta facendo morire per asfissia.

In tutto questo meccanismo infernale, i professionisti che ci lavorano sono costretti sempre più spesso a pietire addirittura strumentazioni e cose che sono dovute per garantire un servizio adeguato ai pazienti e molti di loro ci chiedono spesso una mano per sbloccare situazioni in cui hanno contezza di chi a Taormina può fare qualcosa per la comunità e la fa volentieri, e di chi invece se ne fotte allegramente della musica e dei musicanti.

Ma le vittime del sistema sono i cittadini, che si trovano a vivere in tanti casi un’odissea quando hanno necessità di un ospedale ridotto ad un casermone, dentro il quale ci si arrangia alla meno peggio.

Era stato anche avviato anche un tavolo di concertazione da parte dei sindacati, che poi a luglio è andato in ferie perché è subentrata l’estate e nel frattempo è partita pure la volata per il voto del 25 settembre.

Ma altro che un tavolo e le solite chiacchiere: per dare una svolta alla situazione del San Vincenzo bisognerebbe prendere le sedie e farle volare a Palermo.

Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro, così percossa, attonita. Il San Vincenzo soffre e vede il baratro. E’ come un malato che si aggrava e necessita di una cura da cavallo ma al quale si dà una pillola per il mal di testa e un bel sonnifero per farlo dormire e sopirne i tormenti.

Una questione di esponenziale importanza annacqua e il destino di un ospedale che vive in questo momento una fase di totale stasi e profonda crisi può attendere. Prima bisogna aspettare chi vincerà le elezioni Regionali. Come se la salute del paziente dipendesse (e purtroppo è così) dai salotti della politica, che dovrebbe limitarsi a dare degli indirizzi e garantire un’assistenza adeguata, tuttavia si è cucita addosso un vestito tale da avere potere di vita o di morte sui reparti, sul personale medico e soprattutto sulla salute del cittadino.

In questo momento e sino al 25 settembre non c’è foglia che si possa muovere. Il diritto alla salute si deve inchinare alla competizione politica. Per risolvere i problemi ospedalieri c’è tempo e se poi, nel frattempo, dovesse esserci un’emergenza in un reparto del San Vincenzo, dite al malcapitato che bisogna aspettare le Regionali, le Nazionali e le supercazzole di palazzo della politica. Bisogna pensare ad altro per adesso, indirizzare le preferenze al deputato di turno e decidere chi meriterà anzi di fare il primario o magari chi dovrà essere trasferito.

A proposito: e la politica del nostro territorio (24 comuni)? Non pervenuta. Non si rende conto che non c’è tempo da perdere e che il il 26 settembre non cambierà una virgola e la battaglia andrà fatta in caso qui, al netto degli interlocutori di turno e a prescindere da chi governerà a Palermo piuttosto che a Roma.

La politica di casa nostra, dell’intero distretto ionico-alcantarino, è intenta a promettere un pò di voti qua e là alle parrocchie politiche e consorterie di turno. Tutti ad ossequiare quelli che dovranno salvare la Sicilia e l’ospedale di Taormina. Peccato che poi saranno gli stessi che questo ospedale lo hanno usato come pastificio e poi affossato. Usato come vetrina per i vari spot una tantum, mentre veniva spogliato e stuprato senza pietà.

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