HomeEuronewsOlocausto, il ricordo dei sopravvissuti ad Auschwitz

Olocausto, il ricordo dei sopravvissuti ad Auschwitz

Sabato 27 gennaio si è celebrato il Giorno della memoria, nel 79esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz. Qui più di un milione e mezzo di persone vennero uccise dai nazisti a causa della persecuzione razziale e politica e della pulizia etnica. Istituito con una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu il 1 novembre del 2005, il Giorno della memoria serve a ricordare tutte le vittime dell’Olocausto, tra cui ebrei da tutta Europa, rom, neri europei, disabili, omosessuali e oppositori politici, nonché un considerevole numero di slavi, considerati non ariani.

Oltre sei milioni di ebrei, più di quattro milioni tra polacchi, ucraini e bielorussi, circa 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici, 2 milioni di oppositori politici, 400mila cittadini jugoslavi, 300mila rom e 270mila disabili furono sterminate tra ghetti, campi di concentramento e nei numerosi eccidi compiuti dai nazisti in Polonia e in Unione Sovietica. Cifre approssimative che probabilmente sono molto più alte, con decine di migliaia di persone di cui si sono perse le tracce.

“Sei milioni di ebrei sono stati annientati e non voglio che sia un motivo per lasciare uno spazio vuoto. Vorrei riempire questo spazio con i ricordi, e penso che sia in un certo senso il mio sacro dovere. Mia madre e mio padre erano della prima generazione. Mia madre era nel ghetto di Varsavia. Aveva una famiglia molto numerosa. Quasi tutti sono scomparsi in luoghi diversi”, ha detto Katarzyna Warman, figlia di un sopravvissuto ai microfoni di Euronews.

“Penso che non sia sufficiente ricordare una data specifica. Penso che dovremmo ricordare tutto quello che è successo, a partire dal fatto che agli ebrei non era permesso andare nei parchi, era vietato lavorare, sposare persone di altra religione. È iniziato con passi piuttosto piccoli, e non è iniziato nel vuoto. C’è una canzone molto bella in yiddish. Dice: “Il mondo intero è un piccolo ponte”. Quindi, se le persone potessero pensare in questo modo, e che siamo su questo piccolo ponte tutti insieme, e dovremmo, se non amarci, ascoltarci l’un l’altro, prenderci cura e non odiare”, ha aggiunto Warman.

Fonte: Euronews Italia

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