HomeEuronewsL'Italia blocca la ChatGPT ma cosa faranno gli altri Paesi Ue?

L’Italia blocca la ChatGPT ma cosa faranno gli altri Paesi Ue?

L’Italia è diventata il primo Paese occidentale a bloccare ChatPGT, un chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale (o AI). Il caso è noto: il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’indagine contro OpenAI, l’azienda che sta dietro al popolarissimo chatbot, a causa di problemi di privacy dopo che ChatGPT ha subito una violazione dei dati relativi alle conversazioni degli utenti e alle informazioni sui pagamenti.

ChatGPT è in grado di rispondere a qualsiasi domanda, superare esami e persino codificare un intero sito web. Doti che preoccupano molti, compresi gli addetti ai lavori tanto che la scorsa settimana importanti personalità del mondo della tecnologia, tra cui il capo di Twitter Elon Musk, hanno chiesto la sospensione di questi tipi di sistemi di intelligenza artificiale, nel timore che la corsa al loro sviluppo sia ormai fuori controllo.

Cosa significa questo per l’Ue? L’Organizzazione europea dei consumatori chiede a tutte le autorità di indagare su questi chatbot.”Le persone non sono pronte per questa tecnologia – dice Ursula Pachl, vicedirettrice del BEUC – Non si rendono conto di quanto possa essere manipolativa e ingannevole. Non si rendono conto che le informazioni che ricevono sono forse sbagliate. Credo che questo incidente con ChatGPT sia molto importante. È una specie di campanello d’allarme per l’Unione Europea, perché anche se stiamo lavorando a questa legge sull’IA, le istituzioni europee ci stanno lavorando, non sarà applicabile, direi, per altri quattro anni. E abbiamo visto quanto sia stato rapido questo sviluppo con ChatGPT”

La Commissione europea sta attualmente discutendo la prima legislazione al mondo sull’intelligenza artificiale, chiamata AI Act, ma sembra che non sia propensa a vietare i sistemi di intelligenza artificiale. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, su Twitter ha dichiarato: “Non importa quale #tecnologia utilizziamo, dobbiamo continuare a far progredire le nostre libertà e a proteggere i nostri diritti. Ecco perché non regoliamo le tecnologie #AI, ma gli usi dell’#AI. Non buttiamo via in pochi anni ciò che ha richiesto decenni per essere costruito”.

Secondo la BBC, anche la Commissione irlandese per la protezione dei dati e l’autorità di regolamentazione britannica hanno dichiarato che inizieranno a esaminare più da vicino questi chatbot AI, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati.

L’autorità di vigilanza italiana ha dichiarato che l’azienda dietro ChatGPT ha 20 giorni di tempo per risolvere i problemi di protezione dei dati o pagare una multa di 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuale.

Fonte: Euronews

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