L’inutile “caciara” sul Ponte (che si farà): la Corte dei Conti non è vincolante e alla fine darà l’ok

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Tanto rumore per nulla. La realizzazione del Ponte sullo Stretto agita la solita lite all’italiana tra chi è favorevole e chi è contrario e le sceneggiate della politica che scanna già sapendo – da una parte e dall’altra – come andrà a finire la storia. Ad agitare ulteriormente le acque di questa contesa infinita è la posizione assunta mercoledì scorso dalla Corte dei Conti, che non ha dato il suo placet all’opera. Da lì l’ennesimo round della contesa politica, con il governo che attacca la Corte dei Conti e l’opposizione che cavalca l’onda degli eventi per andare contro al governo.

Ma la Corte dei Conti non è un organo che approva o che boccia il Ponte. Non è quella la sua prerogativa. La politica lo sa benissimo, la gente forse no e allora parte la “caciara” con i soliti luoghi comuni e la retorica di una narrazione distorta dai fatti oggettivi. Sul piano prettamente tecnico la CdC non ha concesso il cosiddetto “visto di legittimità” e non ha cioè convalidato la delibera con cui lo scorso agosto il Cipess (l’organo di governo che approva gli investimenti pubblici e decide la destinazione dei fondi statali) aveva approvato il progetto del ponte e i relativi finanziamenti. Ciò non significa, insomma, che la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte e non si traduce nella conseguenza che il Ponte non si farà.

“Non c’è stato alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”, ha precisato adesso l’organo costituzionale.

La Corte dei Conti è un organo preposto al controllo dei conti dello Stato e delle determinazioni prese nell’ambito della pubblica amministrazione. Il “controllo preventivo di legittimità” serve a stabilire, come nel caso specifico, se un atto del governo sia conforme alla legge, in particolare dal punto di vista contabile. Da qui il concetto di “visto di legittimità”. In definitiva è una valutazione rilevante ma non vincolante.

Non a caso la Corte dei Conti ha poi aggiunto, ad ulteriore precisazione dei fatti, di essersi espressa su profili strettamente giuridici della delibera CIPESS, relativamente al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del Ponte sullo Stretto” ma “senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”. 

A questo punto come finirà la storia? Senza l’approvazione della Corte dei conti, la norma che contiene il progetto non potrebbe essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale e verrebbe bloccato o perlomeno “congelato” l’inizio dei lavori. Non significa, però, che quella stessa norma viene eliminata: il governo può decidere di andare comunque avanti e procedere comunque all’approvazione del progetto, con la relativa assunzione di responsabilità in ambito politico e parlamentare. E il governo Meloni ha già fatto sapere che andrà avanti e realizzerà il Ponte.

Nel frattempo, non è difficile immaginare che la forzatura potrebbe anche non esserci, perché la questione verrà nuovamente sottoposta al vaglio della Corte dei Conti e stavolta, con molta probabilità, sulla base degli opportuni accorgimenti contabili, arriverà il bollino finale con quel visto di legittimità che ad oggi non è stato concesso.