HomeAttualità e CronacaLiceo di Giardini, gli studenti tornano in classe aspettando il riscaldamento

Liceo di Giardini, gli studenti tornano in classe aspettando il riscaldamento

GIARDINI NAXOS – Dopo due giornate di sciopero e protesta gli studenti del Liceo Scientifico e Linguistico “Caminiti-Trimarchi” sono rientrati questa mattina a scuola, in attesa di una svolta che al momento non c’è sulla questione del mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento dell’istituto. L’impianto va sostituito e a quanto risulta bisognerebbe procedere alla sostituzione di un serbatoio interrato per lo stoccaggio del gasolio.

La manutenzione ordinaria di cui si sarebbe dovuta occupare la Città Metropolitana di Messina (proprietaria dell’immobile) si traduce, a questo punto, in un’incombenza che dovrà, invece, essere affrontata direttamente dalla scuola con risorse per la manutenzione ordinaria, mediante relativo impegno che ha avuto il nulla osta proprio dell’ex Provincia regionale. Fatto sta che, come detto, l’emergenza non è stata ancora risolta e soprattutto non si intravedono tempi brevissimi all’orizzonte. Così, proprio nelle giornate più fredde dell’anno, gli studenti si trovano costretti a fare lezione senza che le aule siano riscaldate. Tra l’altro, parliamo di un liceo che non è esattamente un plesso di periferia popolato da “quattro gatti” ma una scuola di riferimento in questo territorio, frequentata da circa 400 alunni/e.

Intanto i rappresentanti d’istituto hanno inviato nelle scorse ore una nota alla dirigente scolastica Manuela Raneri, comunicando il rientro a scuola ma soprattutto hanno inteso sollecitare la risoluzione della problematica.

“Gli studenti della sede di Giardini Naxos rientrano a scuola, poiché in qualità di rappresentanti non riteniamo responsabile perdere ulteriori lezioni e accumulare assenze per una problematica che non abbiamo determinato, ma che al contrario teniamo si risolva tempestivamente. Vogliamo tuttavia precisare che questo rientro non rappresenta la fine della nostra protesta, ma un tentativo di arrivare a una soluzione che non danneggi ulteriormente nessuno dei componenti di questa realtà scolastica. Siamo più che mai intenzionati ad affermare il nostro sacrosanto diritto allo studio che non può certo attuarsi in locali scolastici privi dell’indispensabile riscaldamento nel momento più freddo dell’anno. Per tal ragione porteremo avanti la nostra contestazione, se non sapremo con certezza quali sono i tempi precisi entro i quali si intende risolvere il problema. Vorremmo far presente che aspetteremo fino a lunedì 15 per ottenere una data certa, anche perché come da lei riferito il capo della ditta giorno 20 partirà, e ci chiedevamo se si stanno tenendo in considerazione i tempi per il rifornimento del gasolio e la messa in funzione della caldaia. Come ben sa è dall’inizio del mese di dicembre che la sollecitiamo per avere risposte che tutt’oggi ci sembrano non esaustive e troppo poco puntuali: abbiamo invano atteso con pazienza soluzioni mai giunte. Non vorremmo che si procrastini ancora il problema fino ad arrivare alle porte della stagione primaverile quando ormai non ci sarà più la necessità dell’impianto di riscaldamento. Certi di trovare tempestiva risposta e vicinanza sincera al grave disagio vissuto da una buona parte del corpo studentesco che lei dirige, le inviamo distinti saluti”.

Va detto che questi studenti hanno affrontato sinora in maniera impeccabile la vicenda, avrebbero potuto starsene ancora a casa e speculare sui tempi non brevi di questa storia, invece hanno portato il caso (in termini comprensibili) alla pubblica attenzione con due giornate di sciopero e ora sono tornati sui banchi, per non perdere altre lezioni.

La scuola si è attivata per procedere tramite il Mepa (Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione) per individuare una ditta da incaricare per l’esecuzione di questi lavori ma trascorrerà almeno un’altra settimana prima che l’impianto di riscaldamento venga ripristinato. Per un paio di giorni gli studenti dovranno pazientare e munirsi di giubbotti e coperte per affrontare il freddo. E magari, quando il problema sarà stato finalmente risolto, torneranno pure giornate più calde. Lieto fine a scoppio ritardato: il classico finale all’italiana, che fa rima con l’ormai acclarata inutilità della Città Metropolitana.

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