HomeAttualità e CronacaRaddoppio Rfi: ora la vera sfida è liberare Taormina dal vecchio binario

Raddoppio Rfi: ora la vera sfida è liberare Taormina dal vecchio binario

treno in transito a Taormina (foto Antonio Scalzo)

TAORMINA – Dopo la revoca della delibera che nel 2021 diede il via libera a Rfi per la nuova linea ferroviaria, a Taormina è arrivato adesso il momento della trattativa per provare a cambiare in extremis, in “zona Cesarini”, l’inerzia di una vicenda che è nata male e rischia di finire peggio. E’ evidente che stiamo parlando di una trattativa tardiva, che ha pochi margini di manovra perché andava fatta 10 anni fa e non adesso ma indietro non si può tornare e la qualità fantasma della classe politica taorminese l’abbiamo ampiamente “battezzata” a più riprese su TN24. Si parla ora della questione del collegamento con il Lumbi e della Via Garipoli, si va a discutere della SS185 a Trappitello ma si dovrebbe anche e soprattutto ragionare sull’attuale binario che corre sulla zona a mare. E’ abbastanza scolastico comprendere che in presenza di una nuova linea a monte, che si realizzerà da qui ai prossimi anni, l’attuale tratta non ha più motivo di esistere e andrebbe dismessa. Non c’è nemmeno da perdersi nei soliti inutili romanticismi paesani perché, al netto delle cartoline d’epoca, parliamo di una ferrovia che per come è stata realizzata ha deturpato il litorale che va da Sant’Alessio a Letojanni, Taormina e Giardini Naxos.

Il problema è stato posto correttamente su TN24 da Salvatore Coslovi Longo, che ha evidenziato vari punti di criticità sul discorso del progetto Rfi. E’ vero che la nuova stazione ai piedi della “Madonnina” è un capolavoro di insensatezza sul piano logistico e strategico, e non si comprende chi l’ha pensata ma peggio ancora chi l’ha avallata. E appare anche condivisibile la riflessione sulla mossa che si dovrebbe mettere sul tavolo, magari barattando uno stop alla stazione “Madonnina” in favore di una strada veloce Taormina-Giardini-Trappitello. In fondo una stazione a Trappitello sarebbe più che sufficiente e buonanotte ai suonatori.

E c’è da fare qualcosa sull’inutilità che avrà l’attuale linea ferroviaria in questa zona. Si poteva qui immaginare la soluzione più semplice, sfruttando il vecchio binario per convertirlo in una strada alternativa alla SS114 e non si è compreso perché non sia stata presa in considerazione questa soluzione. Si è detto che avrebbe acuito i problemi della viabilità e messo altra pressione veicolare in zona, forse sarebbe accaduto invece l’opposto. Ma in ogni caso non era nemmeno l’unica opportunità da valutare. C’è pure chi avrebbe voluto una pista ciclabile. Di certo liberare tutta quell’area rivaluterebbe l’intero litorale, con una ricaduta potenzialmente straordinaria in termini paesaggistici, turistici ed economici per il territorio.

La variante prevista, ricordiamo, prevede il raddoppio ferroviario tra Giampilieri e Fiumefreddo, suddiviso in due parti, con la parte Giampilieri-Letojanni e poi Letojanni-Fiumefreddo. La parte che interessa Taormina è una variante che dovrebbe partire da Letojanni sino ad allacciarsi a Fiumefreddo, partendo a monte dell’attuale tracciato. Quindi si andrebbe a tagliare da Letojanni a Fiumefreddo tutta l’attuale linea. In buona sostanza gli amministratori di questo comprensorio hanno ragionato come il marito che si taglia le palle e che in questo caso si esalta pure. Hanno voluto salvaguardare la linea attuale, pur sapendo che non servirà più a nulla, hanno sognato ad occhi aperti che sarà una meravigliosa linea turistica (ma per quale utenza?) e anziché realizzare quali prospettive potrebbero aprirsi per il litorale senza più le rotaie si sono arroccati su elementi di “storicità” e persino di “bellezza paesaggistica” perché si passa col treno sopra Mazzarò e Isola Bella.

Forse è giustificabile che Letojanni abbia tenuto quella posizione ma Taormina no. Non si comprende cosa se ne farà Taormina dell’attuale tratta quando sarà pronta quella nuova con il doppio binario. E’ destinata a diventare ancora meno frequentata di oggi e, non a caso, le Ferrovie dello Stato volevano disfarsene e metterla a disposizione dei Comuni. La questione esiste e va affrontata. Un conto è salvaguardare la storica stazione di Taormina, che va salvaguardata e che potrebbe pure essere giusta sede di un Museo del Mare e nulla quaestio su tale eventualità, ma per il resto bisogna farsi venire un barlume di lungimiranza su scelte che avranno un peso specifico forte sul futuro. Serve il coraggio di ripensare del quadro e coinvolgere pure la gente che, al di là di qualche minchiata letta sui social, se ne infischia perché non ha compreso un fico secco di ciò che avverrà. Le persone non hanno la percezione della vicenda, non sanno o non hanno capito lo scenario all’orizzonte. Probabilmente la politica locale andrà a prendere una porta in faccia perché siamo fuori tempo massimo e al Comune di Taormina hanno dormito quando Rfi ha portato il progetto al palazzo municipale. Ma l’ultima chance è ora. Tra 10 anni si taglierà il nastro della nuova linea ferroviaria e, poco più in là, avremo la vecchia tratta che rimarrà in attività per trasportare quattro gatti e un paio di nostalgici. A chi e a cosa serve un cimitero delle rotaie in una capitale del turismo?

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