HomePALATO DiVINOL’arancin*: il re salato della cucina siciliana

L’arancin*: il re salato della cucina siciliana

Quando si parla di street food siciliano, non c’è storia, il re indiscusso è lui: l’arancino.

Impossibile non conoscere il delizioso timballo di riso avvolto da una croccante panatura che si può mangiare in tutti i bar e rosticcerie dell’isola.

ORIGINI ANTICHE

I primi arancini nascono durante la dominazione saracena nell’isola, quando nei banchetti si usava disporre al centro della tavola un ricco vassoio di riso aromatizzato allo zafferano, condito con verdure e carne. Nelle tavole siciliane dei tempi, gli arancini facevano la loro prima apparizione come una palla di riso senza pomodoro, ancora non importato dalle Americhe, che dovevano essere gustati a piene mani.

Solo successivamente si diede a questa deliziosa pietanza la tipica panatura croccante, che pare derivi da un’abitudine regale: la leggenda, infatti, racconta che Federico II di Svevia, amante di questo piatto voleva portarselo dietro durante le battute di caccia. Per questa sua esigenza pratica si inventò la fragrante panatura, che lo rende facilmente trasportabile ed ideale per un pranzo o una cena en plen air, oggi più di allora!

LA DIATRIBA SUL NOME

Esiste da secoli una disputa a proposito del nome di questo succulento manicaretto: è corretto esprimersi al maschile come a Catania o al femminile come a Palermo? Dunque, arancino o arancina? Le risposte sono diverse e non hanno messo fine all’eterno dilemma. Lo storico palermitano Gaetano Basile si è voluto esprimere a riguardo, a suo avviso il nome della ricetta si ispira all’agrume, appunto l’arancia, tipico della terra sicula ed a cui l’arancino tanto somiglia. Si basa a riferimenti storici, invece, la spiegazione data in merito dall’Associazione delle Due Sicilie che attinge ad un dizionario siciliano/italiano opera del palermitano Giuseppe Biundi nel 1857, nel quale viene riportata la dicitura “arancinu”. Ma anche dopo l’Unità d’Italia è il termine “arancinu” a resistere nel capoluogo siciliano, solo più tardi sarebbe stato storpiato al femminile, modifica che non si è verificata nel catanese. I riferimenti storici, però, non hanno messo fine alla contesa e nel 2016 è intervenuta addirittura l’Accademia della Crusca, la cui risposta accontenta tutti, infatti, ha specificato che “il nome delle crocchette siciliane ha sia la forma femminile, sia la forma maschile, determinata dall’uso diatopicamente differenziato”, cioè si riconosce ufficialmente che nella Sicilia orientale la dicitura corretta è arancino, mentre in quella occidentale arancina.

MEGLIO MANGIARLO

In molti continueranno a disquisire sul nome, ma per togliere ogni dubbio è meglio mangiarlo o prepararlo.

Ingredienti per il ripieno:

  • Una carota
  • Una cipolla
  • 500 grammi di carne mista di vitello e maiale tagliate in piccoli pezzetti
  • Salsa di pomodoro
  • 200 grammi di piselli
  • 250 grammi di caciocavallo
  • sale e pepe.

Ingredienti per il riso:

  • 500 grammi di riso
  • Una noce di burro
  • Due bustine di zafferano
  • 50 grammi di Parmigiano

Per la panatura si usa la mollica di pane e due uova.

Avete già assaggiato gli arancini? Impossibile non averlo fatto! Dove avete mangiato l’arancino più buono in Sicilia?

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