HomePrimo pianoLa "farfalla" di Belen: sfida di seduzione 2.0 a Taormina

La “farfalla” di Belen: sfida di seduzione 2.0 a Taormina

TAORMINA – Nell’anno che tutti auspichiamo possa essere quello della ripresa e del superamento definitivo di una crisi che dura ormai da un biennio, il 2022 chiama tutte le località che vivono di turismo – e di quelle vacanze che la pandemia ha paralizzato – a ripensare in fretta la visione del proprio territorio, costruire nuove e più solide basi per il proprio futuro e delle generazioni che verranno. Non fa eccezione in tal senso Taormina, capitale del turismo siciliano e meta tra le più conosciute ed apprezzate nel panorama dell’ospitalità “made in Italy”. Il Covid ha allentato la presa, ma i tempi del milione di presenze sono lontani e nessuno sa al momento quando si potrà tornare a quei numeri. Ora, come se non bastasse, c’è pure la guerra in Ucraina, l’emergenza energia, il caro bollette e il 2022 si sta impegnando, insomma, per portare altri problemi a dir poco pesanti, che si spera possano trovare finalmente una soluzione risolutiva.

E allora la sfida alla quale viene chiamata la Perla dello Ionio in questa fase, sin da questo momento e senza esitare, è quella di resistere e riorganizzarsi. La vacanza “sole e mare” non basta più ma questo lo si sapeva già da prima dell’era Covid e il mondo stava andando in quella direzione a ritmi sostenuti già nel 2019.

Non ci si può più limitare ad offrire al visitatore – parlando in senso metaforico – la “farfalla di Belen”, che in questo caso si può provocatoriamente e idealmente accostare alla bellezza seducente dei propri siti archeologici e dei luoghi più incantevoli. Oltre la pura immaginazione di quella visione ammaliante e fatale per gli occhi, c’è bisogno di sedurre con gli occhi ma anche con il cuore e con l’anima di Taormina, ampliare il “prodotto Taormina”, tra storia e sentimenti, luoghi e tradizioni, racconti ed emozioni, in un territorio che ha delle forti potenzialità, per la gran parte inespresse o inesplorate.

In primis occorre dare servizi, alzare il livello delle professionalità e soprattutto valorizzare l’esistente attraverso cose ormai essenziali – al passo con la tecnologia -, ad esempio con la digitalizzazione dei propri siti culturali e delle aree più incantevoli della città, la musealizzazione del territorio è un valore aggiunto a maggior ragione perché poi Taormina è di per sé un piccolo grande museo a cielo aperto con tanti siti storici ma diversi dei quali chiusi, non visitabili o ridotti in condizioni non idonee a quelle che sono le potenzialità effettive.

In una città che offre un soggiorno qualificato nelle sue strutture ricettive, diverse delle quali a quattro e cinque stelle, e con altrettante degne tipologie alternative di accoglienza come i b&b e gli appartamenti (quelli di qualità), e con un tessuto commerciale di tutto rispetto, Taormina deve approcciare al dopo Covid con la forza delle idee ed il privilegio della sua storia, senza più adagiarsi sugli allora del passato ma concentrandosi sull’avvenire da costruire “mattone dopo mattone”. Pensare a migliorare ciò che si trova sul territorio e che si può vedere e far conoscere nel mondo, il patrimonio di tutti che può e deve diventare un elemento di vanto con il visitatore. Partire da qui è la premessa fondamentale per proiettarsi nel domani con rinnovata fiducia e con importanti chance di rilancio della città.

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