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Il più grande archivio di dati climatici d’Europa può salvarci?

Bologna ospita il più grande archivio di dati climatici d’Europa. In questo episodio di Climate Now siamo stati nel capoluogo emiliano per chiederci cosa possiamo imparare dal nostro passato per prepararci meglio al nostro futuro. Partiamo con i dati più recenti del Servizio di Copernicus per il cambiamento climatico. A livello globale è stato l’ottobre più caldo mai registrato, con temperature superiori di 0,8 gradi Celsius rispetto alla media 1991-2020. Il 2016 è l’anno che attualmente detiene il record di anno più caldo mai registrato, ma tutti i dati raccolti finora mostrano che il 2023 si prepara a scavalcare il 2016 in cima a questa classifica.

Il mese di ottobre in Europa è stato caratterizzato da condizioni meteorologiche estreme: la tempesta Babet ha colpito il Regno Unito, la Germania, la Danimarca e la Francia, causando vittime e inondazioni diffuse. Gli scienziati del clima sostengono che, con il riscaldamento del pianeta, possiamo aspettarci precipitazioni più intense durante questo tipo di eventi. “L’aria più calda può trattenere più umidità. Per ogni grado di riscaldamento si registra un aumento del 7% della quantità di acqua che l’aria può contenere – dice Rosie Oakes, scienziata del clima del Met Office -. Più acqua nell’aria significa temporali più violenti”.

A Bologna le più grandi menti scientifiche europee hanno raccolto dati sul nostro pianeta fin dal Rinascimento. Monica Azzolini, professoressa dell’Università di Bologna, ci ha mostrato il museo di Palazzo Poggi. “Si tratta di una delle tante collezioni europee del XVI secolo che hanno cercato di mettere insieme il maggior numero di informazioni possibili sul mondo così come lo conoscevano – dice Azzolini -. Oggi ci basiamo maggiormente sui dati numerici, ma l’idea è esattamente la stessa. L’idea è quella di dare un senso al mondo raccogliendo quante più informazioni possibili”.

Oggi la ricerca per comprendere la Terra e prevedere con precisione il futuro continua al Tecnopolo di Bologna, che ospita l’archivio dei dati climatici sull’Europa. Il centro dispone di una serie completa di dati che vanno dal 1940 a oggi. All’interno dei server si trovano informazioni utili per gestire l’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura, sulle città, sulla salute e persino sulla produzione di energia pulita.

“Ci sono molti settori, sia nella società che nell’economia, che possono utilizzare questo tipo di dati, ad esempio per la produzione di energia – dice Susanna Corti, direttrice della ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche -. Può aiutare la pianificazione di quelli che saranno i grandi impianti eolici o anche altri tipi di energia rinnovabile, come l’energia solare”.

Gli scienziati usano questi dati per simulare il futuro del nostro clima. Corti ci ha mostrato due esempi di uno scenario ad alte e a basse emissioni, che illustrano quanto diventerà caldo il nostro pianeta se non facciamo nulla per ridurre i gas serra.

Fonte: Euronews Italia

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