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Onu: “10.000 civili morti nella guerra in Ucraina”

Zelensky ribadisce la necessità dell’Ucraina di entrare il prima possibile nell’Unione europea. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, promette: “Ne parleremo nel vertice Ue di dicembre”. Secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, oltre 10.000 civili sono stati uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte della Russia: era il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (Hrmmu). La cifra di 10.000 vittime, che comprende oltre 560 bambini, è composta da morti civili verificate dalle Nazioni Unite.

Circa la metà delle vittime più recenti ha perso la vita in località lontane rispetto alle linee del fronte. Per dire: la guerra miete morte e distruzione ovunque. Tra agosto e ottobre, infatti, quasi la metà delle vittime civili sono state registrate “lontano dalla linea del fronte”, ha detto il capo della missione di monitoraggio Danielle Bell. “Nessun posto in Ucraina è completamente sicuro”, ha aggiunto. Nello stesso periodo l’86% delle vittime civili è stato registrato nei territori dell’Ucraina sotto il controllo di Kiev. L’Onu, tramite i propri osservatori presenti in Ucraina, ha affermato di aspettarsi, però, che il bilancio reale delle vittime sarà “significativamente più alto” di quanto stimato, e il lavoro di verifica di quanto accaduto in questi 21 mesi (e 636 giorni) di guerra sta proseguendo.

Gli ultimi esponenti politici, in ordine di tempo, ad aver visitato Kiev sono stati il ​​presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Moldova, Maia Sandu. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che li ha accolti, ha sottolineato la continua dipendenza dell’Ucraina dal sostegno militare dei Paesi alleati. Lo stesso Zelensky, da mesi, sta anche spingendo per un’accelerata sulla richiesta di adesione dell’Ucraina all’Unione europea e attende indicazioni positive dal Consiglio europeo del 14-15 dicembre. “Farò il possibile”, ha promesso Charles Michel.

Il 21 novembre, in Ucraina, si è celebrato il decimo anniversario delle proteste di Piazza Maidan, passate alla storia come parte della “Rivoluzione della Dignità” (conosciuta anche come “Rivoluzione arancione”), tra novembre 2013 e febbraio 2014, culminatecon la fuga in Russia del presidente Viktor Janukovyč. Mentre l’Ucraina commemorava la storica data e le persone che vi trovarono la morte, il presidente Zelensky ha ricordato all’Ue che migliaia di ucraini – allora come adesso – hanno perso (e stanno perdendo) la vita difendendo il loro diritto ad avere un futuro europeo.

Fonte: Euronews Italia

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