HomeEditorialiIl campo largo è già tornato un campo santo

Il campo largo è già tornato un campo santo

Ad una settimana dalla sbandierata resurrezione per la vittoria in Sardegna, le elezioni in Abruzzo riportano subito il centrosinistra all’amara realtà e stavolta a portare a casa il successo è il candidato del centrodestra. I soliti exit poll spesso e volentieri poco attendibili avevano prospettato un’altra nottata di passione per i due schieramenti ipotizzando un solo punto di distacco in favore dell’uscente Marco Marsilio, meloniano che si giocava la riconferma, e ad inseguire c’era Luciano D’Amico, il candidato del “campo largo” di sinistra. Alla fine Marsilio vince netto e l’euforia della sinistra tramonta dopo soli 7 giorni.

Con l’ex rettore dell’Università di Teramo c’era tutto l’arco politico possibile e immaginabile della sinistra, compresi Renzi e Calenda, che a Roma sono divorziati e in Abruzzo si erano rimessi insieme per l’occasione. Il tutto in un quadro politico dove c’era anche l’anomalia di Calenda e Conte che le suonano di santa ragione un giorno sì e l’altro pure, e allo stesso modo sempre Conte con il nemico Renzi, in una reunion in cui facevano finta di non conoscersi ma erano tutti dalla stessa parte nella scheda elettorale. Tutti insieme appassionatamente. L’ex premier dei grillini sentiva aria di remuntada e aveva pure mobilitato la neo-governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, lasciando a quest’ultima la chiusura della campagna elettorale abruzzese.

Alla fine ha vinto Marsilio con 7-8 punti di distacco e buonanotte ai suonatori. Il campo largo torna un campo santo e per di più si materializza stavolta proprio il crollo dei Cinque Stelle. I pentastellati conquistano una percentuale attorno al 7%, distante anni luce pure dal Pd che ottiene il 19% e con questi numeri Conte rischia di vedere con il binocolo la leadership del centrosinistra. Dall’altra parte il centrodestra respira e addirittura risorge Forza Italia al 13%, che non vedeva queste percentuali da un’altra era geologica. La Lega è ormai inchiodata vita natural durante all’8%, con le Europee che tuttavia dovrebbero rappresentare il probabile capolinea di Matteo Salvini, che ormai ha stufato tutti ed in primis i suoi elettori. La Meloni ottiene il 24% con Fratelli d’Italia e ora aspetta le solite liti a sinistra e pure la resa dei conti dei suoi alleati leghisti. Salvini che continua a sognare Vannacci ma è con un piede e mezzo fuori dalla segreteria del Carroccio e dal governo. Il foglia di via per mister Papeete è pronto e sarà esecutivo dal 9 giugno.

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