HomePoliticaDifendiamo l'ospedale di Taormina ma cambiamo metodo: fatti, non odg

Difendiamo l’ospedale di Taormina ma cambiamo metodo: fatti, non odg

TAORMINA – Il Consiglio comunale di Taormina ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere, prof. Marcello Passalacqua. Il documento recita nella parte finale così: “I consiglieri comunali, con il presente odg urgente, impegnano il sindaco, di concerto con la Giunta ed il presidente del Consiglio comunale di Taormina, a poter intraprendere tutte le azioni necessarie nei confronti del presidente della Regione Sicilia e dell’Assessorato regionale alla Salute, al fine di tutelare l’ottimale funzionamento del presidio ospedaliero della città, in atto in fase di preoccupante depotenziamento ed apparente smobilitazione, in condizioni di sicurezza per gli operatori sanitari e per gli avventori, considerato il vivo timore della cittadinanza che auspica vivamente che tale struttura possa mantenere standard operativi elevati, con la prospettiva di un sempre maggiore potenziamento delle sue strutture e delle attività erogate, a beneficio di una utenza numerosa, cosmopolita ed in continua crescita”.

Nel documento (CLICCA QUI PER IL TESTO INTEGRALE) si richiama, in particolare, che “l’Ospedale conta 179 Posti letto (rete ospedaliera 2019) e dal 2013 ha subito una decurtazione di 50 posti letto, cui si deve perdere la perdita di altri altri 14, considerando che nel 2017 i posti in pianta organica erano 193. In totale nei reparti mancano 22 medici che dovrebbero essere stabilmente inseriti in organico”.

La fotografia della situazione è tutta in quelle righe. L’assemblea ha discusso uno stato di crisi permanente, e che si va anzi aggravando, del presidio San Vincenzo. Un indietro tutta che ormai è noto a tutti. Sono intervenuti gli esponenti della maggioranza e dell’opposizione, il proponente Passalacqua ed anche il sindaco Cateno De Luca.

A questo punto – aggiungiamo noi – qualcosa. L’iniziativa discussa è meritevole e condivisibile e sul fatto non ci piove, anche perché rappresenta in termini impietosamente esatti il quadro odierno delle cose. Ma se si intendono ottenere realmente dei risultati per l’ospedale, bisogna cambiare approccio al problema. Andare oltre le buone intenzioni, oltre gli allarmi locali e le belle parole. Sono gli atti e i fatti, e anche gli atteggiamenti, che poi scrivono la storia.

Il Consiglio comunale di Taormina approva da 10-15 anni puntualmente ordini del giorno in sequenza sull’ospedale. Sono deliberazioni che poi partono per Palermo e finiscono nei cestini della spazzatura dell’assessorato alla Salute, con la Regione che se ne frega e si volta dall’altra parte. E 10 minuti dopo, semmai, parte un altro colpo di forbici e volano via ulteriori posti letto.

Ricordiamoci che nell’aula consiliare di Taormina, in passato, sono arrivati assessori regionali e manager dell’azienda, sono state fatte promesse, poi disattese. Sono stati presi impegni e ciò nonostante la Regione ha sempre continuato a fare quello che ha voluto.

Se Taormina intende difendere il suo presidio ospedaliero deve cambiare atteggiamento, essere autorevole e determinata, anche per dare un segnale ben preciso di credibilità alla cittadinanza e al comprensorio che hanno colpe forse superiori alla politica stessa. La gente deve capire che non avrà titolo di lamentarsi se non muove le chiappe e fa la propria parte, l’ospedale non si salva con i fiumi di belle parole sui social network per poi strafregarsene quando vengono indette delle manifestazioni di protesta e si presentano soltanto un paio di politici locali e altre 10-15 persone, di fatto solo le famiglie del Ccpm. Per incidere serve mobilitarsi tutti, recarsi con 10-15 attori istituzionali di maggioranza e opposizione presso l’Asp, dove ora c’è un nuovo direttore generale, e fare la stessa cosa a Palermo. Non bisogna chiedere ma esigere di interloquire con il governo regionale, direttamente con il presidente della Regione e con l’assessore.

E soprattutto è il momento di uscire dall’equivoco che continua ad aleggiare sul destino del presidio di Taormina: l’ospedale non si salva occupandosi soltanto della Cardiochirurgia Pediatrica. Chi pensa che la battaglia sia tutta ristretta nel perimetro di un unico reparto è completamente fuori strada. La trattativa va fatta a 360 gradi. Il San Vincenzo lo si deve salvare tutto, Ccpm compreso ma senza distinzioni. Non ci sono reparti di serie A e reparti di serie B.

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