TAORMINA – “Entro 30 giorni (a decorrere dal 17 luglio scorso) bisognerà trovare 12 milioni di euro, è una richiesta che abbiamo ricevuto dai Commissari incaricati dal Ministero per il dissesto. I Commissari sono stati chiari e la nostra manovra “Salva Taormina” lo è altrettanto. Ho ereditato una situazione difficile e devo risolverla, purtroppo negli ultimi cinque anni non è stato fatto nulla. Non è stato fatto quello che bisognava fare. Non voglio il secondo dissesto”. Così il sindaco di Taormina, Cateno De Luca spiega la discussa manovra “Salva Taormina” che prevede una sequenza impressionante di aumenti in arrivo da qui alle prossime settimane in città.
“Sarà una manovra “lacrime e sangue” e ne siamo consapevoli – sostiene De Luca -. Raddoppierà tutto, rischiamo il secondo dissesto perché con il primo non si sono messe in atto le correzione strutturali all’ente e altrimenti si finisce di nuovo nel baratro. Il bilancio dell’anno scorso doveva contenere una serie di misure che non ci sono. Stiamo definendo una manovra forte, con aumenti ma anche tagliando i privilegi a tutti. Si sta monitorando l’andamento delle entrate e il fatto che tra giugno e luglio ci siano stati 2 milioni di euro di pagamenti “spontanei”, di chi si è premurato cioè di mettersi in regola, ci fa ben sperare”. La manovra “Salva Taormina” arriverà in Consiglio comunale il 31 luglio. Dal 1 settembre dovrebbe scattare la diffida finale ai morosi, con il taglio dell’acqua alle attività commerciali che non pagheranno le somme dovute sui tributi, mentre alle utenze domestiche l’acqua sarà ridotta di due terzi l’acqua e ai proprietari di concessioni, come il suolo pubblico, scatterà la sospensione dell’attività e poi la revoca della licenza”.
