HomePoliticaBolognari-De Luca: da Taormina ai salotti, la sfida oltre il voto

Bolognari-De Luca: da Taormina ai salotti, la sfida oltre il voto

TAORMINA – La contesa per il futuro governo della Città di Taormina viene seguita con ovvia attenzione anche dai salotti palermitani e romani per gli equilibri politici che le prossime elezioni potrebbero determinare. Particolarmente interessante appare in questa fase la posizione degli ambienti del centrodestra.

De Luca è ormai di “casa” a Palermo visto che è parlamentare regionale in carica, ha già tentato la scalata alla presidenza della Regione ed è storia ampiamente nota che ci riproverà nella prossima occasione. Nel centrodestra c’è chi era e rimane arroccato contro di lui e teme non poco una sua affermazione a Taormina perché gli darebbe altro slancio e, volente o nolente, consoliderebbe quella posizione di forte visibilità che De Luca si è già conquistato e lo vede ormai protagonista – un giorno sì e l’altro pure – sulla ribalta nazionale.

A Palermo c’è pure chi si è già messo alle spalle veleni, polemiche e strascichi del 25 settembre e ha aperto al dialogo con il parlamentare di Fiumedinisi, lanciandogli segnali distensivi perché in politica i muri hanno sempre un inizio e una fine, l’impertinente De Luca non ha mai smesso di fare campagna elettorale, continua a macinare chilometri e dopo essersi lasciato alle spalle il malore è già ripartito da quel 25% ottenuto alle Regionali 2022. E ora spinge il suo movimento “Sud chiama Nord” con le Europee già nel mirino.

In Fratelli d’Italia, in particolare, a Palermo nessuno ha fatto le barricate quando si sono schierati con De Luca il coordinatore del partito a Taormina, Andrea Raneri, e un’altra figura centrale del partito meloniano, Marcello Muscolino, che tra l’altro è stato appena nominato dall’assessore di FdI, Elvira Amata, nel CdA della Fondazione Taormina Arte (nel quale sono entrati anche altri due nomi – non taorminesi – indicati sempre da FdI, ovvero Sergio Bonomo e Gianandrea Agnoni). Stesso discorso e zero contestazioni in Forza Italia, che in queste elezioni vedrà in campo con De Luca il coordinatore del partito a Taormina, Nunzio Corvaia. Non ci sono stati veti in tal senso né da parte di Bernadette Grasso, coordinatrice provinciale di FI, né dai vari Marco Falcone e Tommaso Calderone, e meno che mai da Gianfranco Micciché che ha sempre intrattenuto ottimi rapporti con De Luca.

Ma c’è anche il rovescio della stessa medaglia, una parte di quell’area politica che, intanto, flirta o perlomeno dialoga piuttosto attivamente con Mario Bolognari, sindaco che nel suo lungo percorso politico (in cui è stato deputato) si è costruito rapporti e relazioni che contano e vanno ben oltre il perimetro dell’attuale Pd e del centrosinistra. Bolognari, a quanto risulta, sta intrattenendo ottimi rapporti proprio in Fratelli d’Italia, dall’assessore Amata – che ha ereditato i disastri dei suoi due predecessori – a vari altri referenti di un partito che in questo momento ha la golden share assoluta degli equilibri politici nazionali e a cascata di quelli regionali e territoriali e che sta facendo (e farà) man bassa di tante posizioni e altrettante nomine di rilievo in vari enti.

Al fianco dell’attuale sindaco di Taormina, tra gli altri, c’è da tempo ormai – sin dalle scorse elezioni Comunali – c’è l’ex parlamentare Carmelo Briguglio, esponente di Fratelli d’Italia che adesso è impegnato su Roma al fianco del ministro Nello Musumeci e che in precedenza ha operato sempre accanto all’allora presidente della Regione presso l’assessorato ai Beni Culturali mediando in diversi casi nell’interlocuzione sulle questioni che riguardavano la città. Così, dalla larghe convergenze e l’armonia ritrovata su Taormina Arte alle recenti scelte politiche locali, passando per altre sinergie che arrivano ai salotti romani, il professore in questa fase è impegnato su più fronti. Sta traghettando la città verso le ultime scadenze di legislatura, si muove per questa campagna elettorale ma comincia anche a costruire il dopo e guarda oltre il voto del 28-29 maggio. Sia nel caso dovesse riuscire ad essere rieletto sindaco, sia nel caso le urne dovesse decretare altro.

E alla fine, forse ha ragione chi sostiene che la sfida tra De Luca e Bolognari rimane al centro della scena taorminese ma è diventata una parte del tutto e non è più l’unica partita politica che si sta giocando.

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