TAORMINA – La casa municipale di Taormina ha impegnato 9 mila euro per il conferimento di un incarico “per la redazione di un parere giuridico legale finalizzato a meglio disciplinare gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali presenti nel territorio di Taormina e per l’espletamento di servizio taxi”. L’iniziativa, affidata ad uno studio legale di Messina, dà seguito a quanto era stato preannunciato dall’Amministrazione comunale tra la fase finale del 2023 e l’avvento del 2024, con l’intento di spingere gli operatori economici ad invertire la tendenza degli operatori economici che decidono di chiudere nel periodo invernale.
La Giunta Comunale con delibera n. 398 del 29/12/2023 avente ad oggetto “Regolamentazione dell’orario di apertura e chiusura degli esercizi commerciali presenti nel
territorio comunale. Servizio Taxi – Atto di indirizzo.” aveva dato mandato al segretario generale dell’Ente, di acquisire, avvalendosi delle risorse assegnategli con il PEG 2024/2026, autorevole parere giuridico legale, finalizzato a meglio disciplinare gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali presenti nel territorio di Taormina, compreso
l’espletamento del servizio Taxi”. Ora arriva l’impegno di spesa, per il parere legale che costerà alle casse del Comune (quindi ai contribuenti) 9 mila 484,28 euro.
Dunque, dopo le 8 mila 402 euro stanziate per i servizi tecnici del Carnevale, arrivano le 9 mila 484 euro impegnate per un parere legale sulle aperture e chiusure. Ed è un’altra spesa destinata a far discutere. Anche perché a Taormina prosegue (e si consolida) una preoccupante tendenza ultraventennale, ormai in atto da diverse legislature, con la previsione di incarichi a “pioggia”. Si tratta di incarichi che – intendiamoci – il Comune è liberissimo di conferire e ha la piena facoltà e legittimità di assegnare quando vuole e a chi vuole. Poi, però, è tutta un’altra storia quella degli importi di questi incarichi, che fanno incazzare i taorminesi. E come dar torto alla gente?
I fatti – ahinoi – ci hanno dato (impietosamente) ragione sul Carnevale, ora è la volta della vicenda degli orari di apertura e chiusura delle attività, dove tra l’altro ci si ostina a non comprendere che i negozi, i bar, i locali potranno anche restare tutti aperti h24 pure a gennaio ma se non ci sono i turisti, se manca la materia prima e cioè i voli per far arrivare la gente in Sicilia, il resto è filosofia. Sino a quando non ci saranno, quindi, novità sul fronte delle dinamiche concernenti le compagnie aeree, chi dovrebbe venire a riempire gli alberghi? Qualche conterraneo dalle altre province siciliane? Oppure si vuole puntare ai flussi “mordi e fuggi” dell’hinterland.
Alla fine della fiera Taormina spenderà 9 mila 484 euro per un parere legale che potrà pure essere il miglior documento possibile e che magari riuscirà a trovare argomenti giuridici per precettare gli “infedeli” che chiudono. Poi, però, cambierà davvero il mondo d’inverno sotto il cielo taorminese? Vedremo fiumi di turisti a riempire a gennaio il Corso come d’estate, locali pieni e alberghi sold out anche la notte del 32 gennaio e nel ponte del 30 e 31 febbraio? Forse no, magari anche no. Calendario dacci una mano. Ovviamente ora ci sarà qualche simpaticone che giustificherà i numeri con la narrazione dell’onorario, “la proporzionalità tra la qualità e la quantità dell’attività svolta”, e un pò di fregnacce varie. Eia, eia, amici del palazzo, calmieriamo sti prezzi. Il lavoro si paga sempre ma non ci sono lavori di serie A e lavori di serie B. Come direbbe la Sora Lella: “Annamo bene, proprio bene”.
