HomeEditorialiA Taormina il 30-04-2022 non ha insegnato niente alla politica?

A Taormina il 30-04-2022 non ha insegnato niente alla politica?

TAORMINA – A sei mesi dal voto delle Comunali 2023, il 9 dicembre è andato in archivio come la data in cui Cateno De Luca ha inflitto a Taormina l’umiliazione finale (o forse l’ennesima in attesa di altre) alla politica locale, certificando una volta di più il de profundis di una classe politica locale azzerata alle ultime elezioni e ridotta al ruolo di comprimaria e spettatrice complessiva delle dinamiche di governo della città. Peggio ancora dovrebbe far riflettere lo scenario all’orizzonte, con la sostanziale assenza di figure in città in grado di elevarsi sul piano della personalità dalla prospettiva media del galleggiamento di contorno.

MONOLOGO. Sarà interessante magari soffermarsi in un altro approfondimento sulla questione della “divisività” contestata a De Luca. Intanto, emerge altro. Il Consiglio comunale sabato scorso ha approvato dopo oltre 6 ore di lavori in aula il bilancio pluriennale 2024-26 e poi diverse altre delibere, e la seduta è stata praticamente un monologo dell’attuale primo cittadino, con i vari interventi ad illustrare le posizioni dell’Amministrazione e a replicare alle eventuali perplessità. Ad onore del vero appare sclerotica una normativa che nei comuni come Taormina ha ridotto dal 2018 la geografia della rappresentanza in Consiglio comunale ad un rapporto maggioranza-opposizione di 11 consiglieri a 5 (prima la proporzione degli eletti era 12-8) che lascia poco spazio alla verve di un confronto politico che un tempo (non solo nei numeri, ovviamente) era quasi alla pari. Ed è un pò come vedere una partita che prima ancora di iniziare sta già 3-0. Anche stavolta, ad ogni modo, non è mancata una serie di aspri attacchi da parte di De Luca alle precedenti Amministrazioni e agli ex amministratori, con l’attuale sindaco sugli scudi ad affondare la lama nel “burro” della contraddizione innegabile del Comune più ricco della Sicilia sprofondato nelle sabbie mobili del dissesto finanziario. E giù con una sequenza di bordate a tutto campo che, in fondo, si possono considerare come un sibilo di vento che soffia sul volto di quelli che le elezioni le hanno perse ma non passa poi tanto distante dal collo di quelli che le hanno vinte. Non a caso De Luca torna su “Taormina messa in ginocchio”, arringa sul “disastro delle precedenti gestioni” e nelle ore che precedevano il Consiglio aveva strigliato la sua stessa maggioranza (“Liberiamoci da certe “pippe” mentali, certe sindromi con me non funzionano. Ognuno deve stare al suo posto”).

IL CULTO DEL LEADER. In fondo, al netto delle tante differenze politiche e culturali, di approccio e di modus operandi tra l’era Bolognari e l’era De Luca e dell’antagonismo totale che ha scavato distanze ormai incolmabili tra i due personaggi, un’analogia abbastanza netta c’è. Ieri come oggi Taormina è stata ed è al centro di una stagione politica in cui un leader guida le danze e attorno si (e)segue lo spartito. Gli altri guardano con devozione alla figura carismatica di chi è al comando e osservano con rispetto e reverenza, non senza trovarsi nella condizione di una certa inconfessabile sudditanza psicologica. In un mondo che corre (troppo) veloce e si proietta verso i pericolosi meccanismi dell’intelligenza artificiale, ci sono tanti contesti – e tra questi Taormina – dove invece sul piano umano ancora conta eccome la cosiddetta “prossemica”. Possono bastare la postura e la mimica, le parole e i silenzi, un gesto o uno sguardo per mettere l’interlocutore in una condizione sostanziale di subalternità.

SENZA CONTRAPPESO. Nel caso dell’ex sindaco quella condizione di primazia che era stato a lungo un fattore importante, ad un certo punto è diventato l’elemento fatale. Accade a tutti, in tutto, in questa vita che ci sia un punto di inizio e uno di conclusione. Così, quando Bolognari ha messo in campo la sua ricandidatura, l’ex sindaco non ha colto che non c’erano le condizioni per una riconferma ma quelli che erano attorno a lui non hanno dato una mano a fargli comprendere il momento. Al fianco di Bolognari c’erano quelli troppi “devoti” per sollevare valutazioni diverse e gli aspiranti taciti alla corona dissentivano nei bar e nei salotti ma ossequiavano il leader de visu. La storia è andata di conseguenza nell’incapacità generale (di chi governava e di chi era all’opposizione) di rappresentare un contrappeso politico, azzerare il quadro e individuare qualcuno che fosse in grado di sintetizzare le posizioni. Bolognari ha abdicato nell’istante stesso in cui si è affacciato sulla scena taorminese, De Luca, che ha messo la contesa sul piano preferito della sfida a due, sull’onda trascinante di una fase nettamente a lui favorevole sul piano del consenso e della popolarità.

CORRI E APPRENDI. E allora la seduta consiliare di fine 2023 sul bilancio pluriennale ribadisce lo spartito. De Luca, nel deserto politico dei “tartari”, catalizza la scena, dopo il voto come lo ha fatto prima. Cannoneggia le spoglie della politica taorminese e lo fa con irrisoria facilità, tuona e lancia staffilate a ripetizione sui suoi predecessori al palazzo, frusta la parte di città che sta all’opposizione e tiene sulla corda gli alleati, tra bastone e carota. Li fa correre in sua assenza, poi li mette sui banchi al suo rientro.

POLITICA “COMMISSARRIATA”. Anche adesso, si dirà, c’è una condizione similare a quel dislivello di posizioni e di peso politico che si era creato tra Bolognari e la sua coalizione. Ed è così. Tuttavia, attorno a De Luca non ci sono gruppi, correnti o anime scalpitanti ma il suo movimento, un’aggregazione polarizzata attorno alle volontà del suo leader. De Luca ha commissariato la politica taorminese o quel che ne rimane e non si pone il problema di una riconferma perché non si ricandiderà per il bis al Palazzo dei Giurati. Lo scenario si sa, ad urbe condita. Il sindaco ha nel mirino l’obiettivo dichiarato di ritentare la conquista della presidenza della Regione Siciliana e nel frattempo lavora al patto con Calenda, che di fatto smacchierà l’effetto Monza e gli spalancherà le porte per l’elezione all’Europarlamento.

SCELTA FATTA? E allora il punto a Taormina è un altro. Da una parte l’opposizione locale pensa (e sbaglia) di riorganizzarsi perimetrando il collante di qualcosa sul sentimento anti-deluchiano, dall’altra c’è una maggioranza dove tra un po’ si avvierà lo sprint per il 2026 ma l’erede di De Luca lo individuerà De Luca stesso e non vorremmo indovinare ancora una volta ma potremmo azzardare che una prima scelta del futuro candidato c’è già stata.

QUALI EREDI. Oltre tutta questa giostra dello scontro infinito tra bolognariani o deluchiani, la politica taorminese esiste ancora? Dove sono i leader che dovrebbero prendersi le responsabilità del domani? Oppure in città si pensa di formare una nuova classe dirigente semplicemente riducendo il tutto al giochino paesano della medaglietta di quelli con la maglia “pro De Luca” e il distintivo di quelli con la casacca “contro De Luca”? Degli eredi dei vari Nicola Garipoli, Eugenio Longo, Aurelio Turiano e Achille Conti non c’è traccia nemmeno a volerli cercare con il binocolo e la narrazione contemporanea dei potenziali detentori delle chiavi della comunità è abbastanza scarna di personalità di primo piano, che possano caricarsi sulle spalle i destini di una comunità. Qualcuno magari emergerà, oggi è così.

“POI SI VEDRA'”. La politica taorminese fa una gran fatica a trarre insegnamento dai suoi fallimenti e dalle macerie del dissesto, non sa ripartire perché coltiva le stesse illusioni di sempre, non realizza cos’è accaduto e nemmeno si sforza di comprendere le dinamiche odierne per costruire il percorso futuro. C’è chi brancola nel buio dell’attesa o si è messo in letargo e c’è chi si è accomodato nello sky box della seconda fila. In fondo sono le due facce della stessa medaglia: “Poi si vedrà”. Si stava ieri all’ombra di Bolognari come oggi si sta all’ombra di De Luca, nel mezzo uno strapiombo. Permane un gap di caratura degli altri, cose che non si comprano al supermercato, non si colmano con le supercazzole social e non si inventano nemmeno con un surrogato (non qui). Soprattutto non si intravedono figure che abbiano una visione strategica, capaci di sapersi imporre, guardare oltre il proprio ego e darsi coraggio per provare a costruire qualcosa di tangibile nell’immaginario collettivo.

Un esempio semplice e pratico sulla scarsa capacità di fare una lucida lettura della realtà? Rivedere per riflettere.

La candidatura a sindaco di Cateno De Luca a Taormina anticipata da TN24 il 30 aprile 2022

UN ANNO PRIMA. Il 30 aprile 2022, cioè più di un anno prima delle elezioni Amministrative, c’era già chi aveva anticipato la candidatura di De Luca a Taormina. Ma la politica taorminese, nella sua fiera presunzione e baldante pochezza, non se n’è accorta o se n’è fregata (punti di vista). Nell’oceano di primordiali individualismi e veleni paesani che bagna la nostra assolata terra, si è affrontata la lunga corsa al voto con la spocchia di chi non ha realizzato che il mondo non comincia a Porta Messina e non finisce a Porta Catania. Poi una lunga corsa tafazziana ad eliminazione. Il finale è storia nota.

BELLEZZA E MASOCHISMO. Il dissesto passerà, la politica chissà in che direzione andrà ma la fotografia di Taormina questa è e non si presta ad interpretazioni. Rimane il vulnus della mentalità autolesionista di quartiere che nel tempo ha spinto Taormina verso l’effetto domino di processi socio-economici e fenomeni connessi, come la disgregazione del saper fare comunità o la desertificazione del tessuto locale, ormai sostituito da residenti stagionali e imprenditori arrivati qui da fuori. Il taorminese si è fatto prendere le case e le attività, è diventato ospite in casa propria per sue responsabilità eppure c’è chi abbaia alla luna con la retorica dell’identità perduta. Menomale che da queste parti la bellezza eterna compensa (quasi) tutto, spinge il turismo con il pilota automatico e se ne frega di conflitti e masochismi del borgo, mascherando problemi e paradossi. Sia lodata Madre Natura. Per il resto sic transit…

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