HomeAperturaUcraina: reporter americano ucciso dai russi, ora la tensione è altissima

Ucraina: reporter americano ucciso dai russi, ora la tensione è altissima

Il giorno numero 17 di guerra in Ucraina rischia di diventare uno snodo cruciale, anzi fatale, per l’evoluzione del conflitto. L’esercito russo ha iniziato l’attacco alle città dell’Ovest, a partire da Leopoli e nel frattempo un giornalista americano del New York Times, Brent Renaud, 51 anni, è stato ucciso dalle forze russe e un suo collega è stato ferito a Irpin, nei sobborghi di Kiev.

La notizia scuote il mondo e l’annuncio delle forze di sicurezza ucraine è un pugno allo stomaco del mondo che insegue la pace. I due reporter stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud, colpito al collo, è morto sul colpo, mentre il collega è stato portato in ospedale. E’ la cronaca di una morte che adesso potrebbe scatenare la reazione degli Stati Uniti e innescare altre dinamiche imprevedibili nella crisi in Ucraina che sta diventando sempre di più una pesantissima emergenza internazionale.

Aveva compiuto 51 anni un mese fa, Brent Renaud, il videogiornalista del New York Times caduto sotto i colpi d’arma da fuoco ad Irpin. Insieme al fratello Craig, anche lui regista indipendente, produsse tra gli altri Surviving Haiti’s Earthquake: Children, vincitore del duPont-Columbia Award 2012, premiato insieme al progetto multimediale del New York Times “A Year at War” come un esempio di narrazione artistica e interattiva vissuta online. Brent ha passato gli ultimi venti anni a produrre film e programmi televisivi con il fratello. Erano noti per aver raccontato storie di umanità nei punti caldi del mondo: non solo il terremoto di Haiti, anche Iraq, Afghanistan, i disordini politici in Egitto e in Libia, la lotta per Mosul, l’estremismo in Africa, la violenza dei cartelli in Messico e la crisi dei giovani rifugiati in America Centrale.

In un video che sta girando sui social c’è la versione del giornalista ferito che afferma che i russi avrebbero aperto il fuoco, colpendoli. “Stavano filmando i profughi in fuga”, racconta.

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