TAORMINA – “Mi preme ricordare a tutti noi, taorminesi in primis, che non basta una ordinanza della Capitaneria di porto – Autorità Marittima Stretto di Messina che correttamente vieta la zona di mare in questione, a tutelarla a dovere! È necessario adoperarci anche noi come associazioni e come società civile nel fare rispettare la suddetta ordinanza. L’area oggetto dell’’interdizione è l’antica zona portuale di Taormina. Non è poco! È oltremodo rilevante sia dal punto di vista archeologico sia come documento storico assolutamente insostituibile. Malauguratamente è dal mese di giugno di questa stagione 2023 che centinaia di diportisti, di yacht, di motoscafi àncorano nella baia di San Nicola danneggiando e distruggendo la più notevole, estesa e significativa zona archeologica subacquea del Mare di Taormina. Già tre àncore antiche hanno riportato danni sui fusti e sulle marre di ferro”. Lo afferma il presidente di Patrimonio Sicilia, Eddy Tronchet.
“La Soprintendenza del Mare a Palermo, il Parco archeologico Naxos Taormina e la Capitaneria di Porto di Messina – spiega Tronchet – sono al corrente della distruzione quotidiana di antichi reperti e del contesto archeologico in cui essi giacciono. Con Pec vengono informati l’Assessorato regionale ai Beni Culturali e all’identità siciliana, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del Mare, il Sindaco ed il Comune di Taormina.
Si prega con insistenza le autorità preposte ad intervenire efficacemente a protezione del sito archeologico di Spisone prima che l’entità dei danni risulti irreversibile”.