HomeEuronewsSpionaggio cinese: Huawei e ZTE al bando in Europa

Spionaggio cinese: Huawei e ZTE al bando in Europa

La Commissione europea sostiene che i fornitori cinesi di apparecchiature per  telecomunicazioni Huawei e ZTE sono un rischio per la sicurezza dell’UE e ha annunciato che eviterà di ricorrere ai servizi di telefonia mobile basati sulle apparecchiature di queste società. Il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha invitato i 27 Stati membri e gli operatori di telecomunicazioni a escludere queste apparecchiature dalle loro reti mobili.

In una dichiarazione, il Commissario per il mercato interno europeo Breton ha affermato che Huawei e ZTE “rappresentano rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori di 5G”. La Commissione aggiunge che “adotterà le necessarie misure di sicurezza per non acquisire nuovi servizi di connettività basati su apparecchiature di questi fornitori”.

L’Europa è sotto pressione da parte degli Stati Uniti per escludere queste società cinesi, accusate di consentire attività di spionaggio per conto di Pechino. Washington ha già vietato la vendita di apparecchiature di cinque fornitori cinesi, tra cui Huawei e ZTE. Divieti alla fornitura di apparecchiature 5G sono già stati imposti anche nel Regno Unito e in Canada, ma i paesi europei sono divisi sull’approccio da adottare.

In realtà nel gennaio 2020 gli Stati membri e la Commissione avevano elaborato raccomandazioni volte a proteggere le reti 5G nell’UE dai rischi di spionaggio o sabotaggio.Tuttavia, queste misure non hanno forza giuridica vincolante e non indicano i fornitori ad alto rischio. I fornitori ad alto rischio sono definiti come produttori di apparecchiature che possono essere soggetti a interferenze da parte di un paese terzo, ad esempio a causa dell’esistenza di uno stretto legame con il governo di tale Paese o a causa della legislazione del paese, in particolare laddove non vi sia alcuna protezione dei dati stabilita con un accordo dell’UE.

Tre anni dopo, ventiquattro dei ventisette Stati membri dell’UE hanno recepito le raccomandazioni del toolkit nella loro legislazione nazionale. Fino ad oggi, solo dieci di loro hanno utilizzato queste prerogative per limitare o escludere i fornitori ad alto rischio.

Fonte: Euronews Italia

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