HomeAperturaSit-in per i 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi

Sit-in per i 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi

Nella ricorrenza della giornata in cui scomparve Emanuela Orlandi, i suoi affetti più cari e tanti cittadini non la dimenticano ed arriva a sorpresa anche una presa di posizione del Pontefice nel corso dell’Angelus domenicale.

Per ricordare questa data, il 25 giugno, che in quel 1983 ha cambiato e sconvolto il destino di Emanuela Orlandi, la ragazza – cittadina vaticana – di cui non si hanno più notizie da 40 lunghi anni, alcune centinaia di persone si sono radunate con il fratello, Pietro Orlandi, in un presidio che ha raggiunto Piazza San Pietro durante l’Angelus. “Io mi aspetto un passo avanti e due parole di speranza di Papa Francesco durante l’Angelus e che dica che assieme a noi si augura di arrivare alla verità – aveva detto il fratello della ragazza scomparsa -. Se così non fosse mi dispiacerebbe, perché due parole del Papa le vedo come una cosa positiva. Il fatto di negare per l’ennesima volta e non nominare Emanuela Orlandi sarebbe triste, perché non parliamo di un criminale, ma di una persona che aspetta giustizia e quello è l’unico mio obiettivo”.

E le parole del Pontefice sono arrivate. “In questi giorni ricorre il 40/o anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi. Desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera. Estendo il mio ricordo a tutte le famiglie che sentono il dolore di una persona cara scomparsa”, ha detto Bergoglio all’Angelus.

Accolto con entusiasmo il messaggio del Papa: “Il tabù Emanuela Orlandi è caduto finalmente. Il Papa ha ricordato Emanuela Orlandi, il fatto di pregare è un segnale di speranza per arrivare alla verità”, ha detto Pietro Orlandi, commentando le parole di Francesco all’Angelus.

Nella manifestazione volontaria davanti a Castel Sant’Angelo, tanti i cartelli con la foto della quindicenne sorridente con la fascetta a reggere i capelli e la scritta “Verità per Emanuela Orlandi”, portati dalle persone che hanno risposto all’invito della famiglia. “Ora confidiamo sulla commissione parlamentare, che però ha subito un rallentamento. Sarebbe triste se fosse dettato dalle mie parole su Giovanni Paolo II. L’inchiesta è su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e adesso che vuol dire se il fratello dice delle cose poco gradite? Fermano un’inchiesta per il fratello, mi sembrerebbe una motivazione assurda”, spiega Pietro Orlandi.

Tanti dalla folla gli applausi con grida come “basta omertà”. “C’è una ragazza che viene da Londra, un sacerdote che viene dalla Romania, un’altra persona dalla Germania. Sono le cose che mi emozionano e mi danno la forza di andare avanti. Mi auguro che Papa Francesco, a differenza di Ratzinger, possa dire due parole di speranza. Me lo auguro e ho la sensazione che lo farà. Perchè, anche se in ritardo, ha aperto per la prima volta un’inchiesta, cosa abbastanza rara. Un’inchiesta sul rapimento di Emanuela. Evidentemente vuole fare chiarezza. E non ci sarebbe niente di male, anzi sarebbe positivo, se lui oggi ricordasse i quarant’anni della scomparsa – anzi, del rapimento, perché anche loro lo chiamano rapimento” continua il fratello Pietro.

E sempre a proposito dell’iter della commissione parlamentare di inchiesta afferma: ”Mi auguro non ci sia un ennesimo rinvio. Martedì dovrebbero votare gli emendamenti, e in tal caso tornerà tutto alla Camera, oppure votare il testo mandandolo in aula al Senato”.

“Se il Senato fa un passo indietro le manifestazioni le andiamo a fare sotto al Senato: vorrebbe dire che uno stato è suddito di un altro stato”, ha detto ancora Pietro Orlandi al sit-in per la sorella Emanuela. “Ricordo – ha aggiunto – che la commissione di inchiesta è su Emanuela Orlandi ed anche su Mirella Gregori”.

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