HomePoliticaRiecco Cateno, l'Annunciazione riporta il sindaco tra le strade di Taormina

Riecco Cateno, l’Annunciazione riporta il sindaco tra le strade di Taormina

TAORMINA – In attesa della domenica del villaggio e dello sbarco dei mille al contrario, il lunedì ante-Pasqua ha riportato Cateno De Luca a Taormina per la consueta tappa in città di inizio settimana e stavolta il sindaco si è spinto anche oltre. Si era congedato dalla consueta diretta mattutina con un finale mistico: “Oggi è la festa dell’Annunciazione, come disse la Madonna all’Arcangelo Gabriele “Eccomi, eccomi, eccomi”. Libertà, libertà, libertà”. E dalla Bibbia alla Cateneide, per una volta il passo è stato breve. Detto, fatto. Eccolo, anzi rieccolo, De Luca. Ha regalato ai taorminesi un déjà vu della campagna elettorale, una scena che non si vedeva ormai dalla lontana estate del 2023. Sembra trascorso un secolo da quando il parlamentare di Fiumedinisi girava per le vie di Taormina nella corsa al voto (quello delle Comunali), a suon di dirette social, blitz, munito di piccone e cesoia, a randellare a briglie sciolte, e a mettere dentro la caldara della contesa politica paesana di tutto e di più. Alla De Luca, con tutti gli annessi e connessi vulcanici del personaggio, e d’altronde per questo poi è stato votato dal 63,5% degli elettori locali.

Così Cateno stavolta si è concesso una mattinata tra le strade di Taormina, prima un blitz sul bus navetta, al Lumbi dal “fidato” presidente di Asm, Giuseppe Campagna. Poi insieme a lui ha percorso la scalinata che collega il parcheggio a Fontana Vecchia (recapitando un attacco a Rfi sulla nuova linea ferroviaria) e dalla Via Cappuccini ha raggiunto il Corso Umberto. Una lunga passeggiata da Porta Messina sino a Palazzo Giurati. Insieme a Campagna ha fatto il punto della situazione su vari fronti. Per una volta Taormina e non le Europee al centro della sua diretta, in una giornata che è proseguita sino a tutto il pomeriggio e la sera al palazzo municipale. Una full immersion nel lunedì taorminese del sindaco.

A Taormina lunedì 25 marzo 2024 si avvolge idealmente il nastro e le lancette del tempo tornano indietro, con il sindaco di nuovo nel salotto della città. Un’immagine che riconcilia con un tempo in cui montava l’innamoramento dei taorminesi per il fustigatore di Fiumedinisi e, con la benedizione di San Pancrazio, le chiavi del paese venivano consegnate allo straniero, a furore di popolo e sotto i migliori auspici. Il resto è storia, nell’arco di pochi mesi la sceneggiatura è cambiata, il sindaco si è visto da queste parti a sprazzi, si è allontanato dalle vicende locali per inseguire altri traguardi politici e ha dedicato la gran parte dei suoi impegni alle questioni di partito e di politica regionale e nazionale. Dall’infausto intermezzo monzese Taormina si è ritrovata (e ormai abituata) con l’inedito copione amministrativo di una fascia tricolore per due. Virtualmente o praticamente c’è un “doppio” sindaco in carica, quello ufficiale, votato dai cittadini, Cateno De Luca, presente in sede soltanto il lunedì e per il resto in full immersion nel mondo di Sud chiama Nord, in giro per l’Italia, e qui il suo esperto Massimo Brocato sindaco facente funzioni a Taormina alla guida del palazzo municipale dal martedì in poi. Una scelta che – non per colpa del nostro amico Massimo ma che è un indiscutibile dato di fatto – non entusiasma affatto i taorminesi, che nelle urne avevano votato De Luca per essere amministrati da De Luca.

E allora quell’immagine del sindaco (quello ufficiale e scelto nelle urne) di nuovo presente per le strade del centro, tra gli sguardi col mood “sogno o son desto” di alcuni cittadini, restituisce al mondo deluchiano locale una romantica cartolina della stagione di un 65% che fu, frammento di una legislatura che il tra l’alba del 29 maggio e il tramonto della scorsa estate ha subito una divaricazione netta. Adesso c’è da sperare che, al netto di tutta la fiction politica di Palermo, Roma, Milano e Bruxelles, ci possa essere più spazio per Taormina nell’agenda del sindaco. Poi, a fine legislatura si tireranno le somme, ma è chiaro che la prospettiva di un altro anno o due con il verso dei mesi recenti non sembra il “massimo” per la città.

La gente si aspetta una maggiore partecipazione del sindaco alla città e la considerazione vale per i suoi sostenitori di ieri e oggi, come per quelli che non lo hanno votato e anche per quelli che hanno preso atto della situazione e hanno ormai rivisto la propria posizione. Taormina non può passare in secondo o terzo piano, il momento è importante perché l’economia e il tessuto sociale del paese sono interessati da un profondo cambiamento, ci sono equilibri precari, le dinamiche e gli indirizzi di questo tempo determineranno, in una direzione o nell’altra, il futuro del territorio e il destino delle nuove generazioni. Il concetto vale anche alle porte di una “campagna elettorale” per le Europee che pare, invece, destinata a diventare la priorità totale del sindaco e ad assorbire tutte le sue energie.

Dall’Annunciazione all’incombente domenica di Pasqua, a Taormina la gente si augura la resurrezione, o perlomeno il risveglio parziale di una legislatura che sin qui si è appiattita sul binario di tutte quelle precedenti e viaggia su frequenze deludenti.

Aspettando Lazzaro, Giuda, i cerchi e la spedizione dei mille, la luna di miele è già andata ma Taormina si aspetta che il sindaco riesca a trovare maggiori spazi per questa comunità. Non è una pretesa ma una questione di buon senso. Forse Taormina è diventata un onere aggiuntivo e sta stretta a chi coltiva altre legittime ambizioni ancora più grandi. Ma rappresentare Taormina rimane anche e soprattutto un onore. La storia passa ancora da qui, con il privilegio e il vanto di una fascia tricolore da portare tra la gente e non nei ritagli di tempo. E allora meno Europa, più Taormina. Non solo di lunedì. Tutto il resto è vento di tramontana.

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