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Reati ambientali, la svolta dell’Unione Europea

Nella votazione finale al Parlamento europeo, tenutasi il 27 febbraio, la direttiva è stataapprovata a larga maggioranza: 499 voti a favore, 23 astensioni e 100 voti contrari. Fra questi ultimi, ci sono gli eurodeputati di Lega e Fratelli d’Italia, insieme alla maggior parte dei rispettivi gruppi, Identità e democrazia e Conservatori e riformisti europei. Tra i nuovi reati ambientali figurano il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, l’introduzione e la diffusione di specie esotiche invasive e le gravi violazioni della legislazione dell’Ue in materia di sostanze chimiche.

Ma anche i cosiddetti “reati qualificati”, che portano alla distruzione o al danneggiamento significativo di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio: ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo. La direttiva non include invece la pesca illegale, l’esportazione di rifiuti tossici nei Paesi in via di sviluppo, le frodi nel mercato del carbonio e le violazioni della legislazione sugli organismi geneticamente modificati.

Secondo Marie Toussaint, avvocata francese ed europarlamentare del gruppo Verde/Alleanza libera europea, l’Ue sta “adottando una delle legislazioni più ambiziose al mondo”. “La nuova direttiva apre una nuova pagina nella storia dell’Europa, definendo una tutela nei confronti di coloro che danneggiano gli ecosistemi e, attraverso di essi, la salute umana. Significa porre fine all’impunità ambientale in Europa, cosa cruciale e urgente”, afferma l’europarlamentare.

Per Toussaint, le attuali legislazioni europee e nazionali non riescono a dissuadere i trasgressori dal commettere crimini ambientali perché i reati sono troppo limitati e le sanzioni molto basse. “I crimini ambientali stanno crescendo da due a tre volte più velocemente dell’economia globale e in pochi anni sono diventati il quarto settore criminale al mondo”, afferma l’eurodeputata francese. Nel suo rapporto sulla lotta ai crimini ambientali in Europa, l’Ufficio europeo per l’ambiente cita numerosi esempi ancora impuniti perché non inclusi nella vecchia direttiva. Tra questi, la pesca illegale del tonno rosso, l’inquinamento agroindustriale nelle aree protette, le pratiche di caccia illegali e le frodi nel mercato del carbonio.

Fonte: Euronews Italia

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