Dove vuole arrivare Vladimir Putin? E’ quello che si chiede il mondo intero, al cospetto di un presidente russo che sembra aver perso la testa e in modo sprezzante di qualsiasi umanità ha scatenato l’inferno in Ucraina. Accetterà di fermarsi con un compromesso o vuole andare avanti e soprattutto sino a che punto si spingerà? Difficile dirlo, perché ancora due settimane fa in molti credevano che stesse bleffando e che non avrebbe dato avvio ad un conflitto devastante in Ucraina.
Ci si interroga sul dilemma di «Putin the Rational» o «Vlad the Mad», ha ancora sale in zucca o è come un vampiro matto (il conte di Valacchia, l’«impalatore» prototipo di Dracula). Chi è davvero Vladimir Putin? Ma questa lunga sequenza di domande si intreccia con l’impietosa considerazione che forse (il forse è d’obbligo) in questo momento la vera forza di Putin è la debolezza della presidenza americana. “Capitan disastro” Joe Biden alla guida degli Stati Uniti non fa paura e anzi spinge Putin ad andare avanti, ad irretirlo, sfidarlo e portarlo al braccio di ferro, sino alle estreme conseguenze. E a pagare il prezzo di questa sfida a distanza è la povera gente che muore in Ucraina, costretta a perdere la vita senza avere alcuna colpa o a scappare dalle proprie case che non ci sono più, inseguita dal terrore delle bombe e stremata dalla disperazione della guerra e ora anche dal freddo che avanza.
Inutile girarci attorno: un presidente degli Stati Uniti forte e capace di farsi rispettare dallo “Zar” avrebbe spinto Putin a pensarci due volte prima di lanciarsi in questa guerra. Persino la follia di Donald Trump, al netto degli intrecci legati al Russia gate e alle intromissioni per far perdere Hillary Clinton, secondo non pochi analisti è stata considerata un fattore in grado di frenare, in qualche modo, il Capo del Cremlino. Biden si è illuso, invece, di fare paura a Putin con qualche frase velleitaria, le solite minacce colorate da slogan che non hanno nemmeno scalfito il presidente russo. Cosa accadrà d’ora in avanti nessuno lo può sapere e lo decideranno, strada facendo, le variabili di una guerra che va fermata in fretta per mille motivi. Lo scontro in Ucraina più si prolungherà e più potrebbe rappresentare il detonatore di altre tensioni nello scacchiere geopolitico internazionale. Quando lo capirà “Capitan disastro”?