HomeAttualità e CronacaPorto a Taormina: la prova di uno scempio evitato

Porto a Taormina: la prova di uno scempio evitato

Via Alcide De Gasperi, Castelmola, Sicilia, Italia

TAORMINA – Sono trascorsi ormai quasi due decenni da quando nei primi anni del Duemila il Comune di Taormina ha deciso di dire “no” ad un porto turistico di Villagonia. La questione ha ciclicamente alimentato qualche rimpianto ma nel complesso prevale la consapevolezza generale che si sia evitato uno scempio ambientale e paesaggistico nella baia di Taormina, in un territorio che vive del suo straordinario panorama e dove la collocazione più giusta per un porto (sperando che prima o poi riescano a sistemarlo) è Naxos.

A dare conforto alla tesi che quel “no” al porto a Villagonia sia stata una scelta giusta arrivano anche i risultati di un report europeo sull’inquinamento di queste infrastrutture, che in alcuni casi restano senza alcun dubbio strategiche ma in altri, forse, non sono altrettanto indispensabili.

L’organizzazione ambientalista Transport&Environment ha stimato le emissioni di CO2 dei porti europei e stilato una classifica. Per costruirla si è preso in considerazione sia l’inquinamento prodotto dal commercio via mare, sia quello prodotto dalle navi ormeggiate. Queste ultime causano ugualmente emissioni di anidride carbonica davvero considerevoli e che non possono essere sottovalutate.

Nella classifica dei porti che inquinano di più al primo posto si è classificato il porto di Rotterdam. Qui le emissioni toccano quota 13,7 milioni di tonnellate ogni anno per le operazioni di carico e scarico. Numeri molto lontani rispetto ai porti presenti nelle città di Anversa e Amburgo che si sono rispettivamente fermate a quasi la metà ovvero a 7,4 e 4,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

E l’Italia? Se si pensa in una logica complessiva di Stati e non di singole città possiamo dire che il nostro Paese sia al terzo posto. In Italia, infatti, vengono emesse, annualmente, circa 15 milioni di tonnellate di CO2. In Olanda, invece, ben 17,6 milioni. La distanza tra il primo e il terzo posto, in ogni caso, è davvero minima e rafforza il pensiero che altri porti come quello a Taormina probabilmente avrebbero rafforzato quella tendenza ad inquinare e ad intaccare la bellezza.

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