HomeParlamentoPonte, Salvini cala il pacco: furia Schifani (e ha ragione)

Ponte, Salvini cala il pacco: furia Schifani (e ha ragione)

Botte (politiche) da orbi sul Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini conferma la sua inaffidabilità e questa volta ha ragione da vendere il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che non ci sta al “bluff” del leghista e passa pubblicamente al contrattacco.

A innescare la contesa tra il governatore ed il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini la ripartizione delle spese per la realizzazione del Ponte, con Salvini che cambia le carte in tavola e alza la quota a carico della Regione Siciliana. “Il governo regionale della Sicilia – si legge in una nota di Palazzo d’Orléans – ha sempre espresso totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera che considera strategica, e per questo la giunta si era impegnata a destinare un miliardo di euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, dandone tempestiva comunicazione al ministro Salvini con una nota del 18 ottobre. La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale”. “L’auspicio della Presidenza della Regione – prosegue la nota – è che il ministro Salvini si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere importanti investimenti per lo sviluppo dell’Isola”.

Nella rimodulazione dei fondi, prevista dal governo, di fatto, si prevede un taglio pesante degli oneri a carico dello Stato. Con un emendamento arrivato ieri in Senato da parte del governo si riduce la copertura a carico di Roma a 9,3 miliardi: il resto viene garantito dai Fondi per la coesione territoriale già assegnati ai ministeri, per circa 700 milioni di euro, e alle Regioni Sicilia e Calabria.

“«”La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana deve essere di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale”, rimarca Schifani che non ci sta e non fa mistero di tutto il suo disappunto verso Salvini. E il Ministro che fa? Prova a cincischiare e a stemperare i toni ma il bluff è un dato di fatto. “Che ci sia una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra più che ragionevole – spiega a Radio 24 –, perché quando sarà finita l’opera decine di miliardi saranno investiti in quelle due regioni. E non è un’opera pubblica che unirà solo le due regioni, perché tutta l’Italia ne gioverà. Secondo uno studio di Openeconimics, ci saranno 20 miliardi di Pil in più all’anno e la Lombardia sarà la regione che più ne beneficerà in termini di benefici”.

Salvini non perde occasione per propagandare la sua battaglia per il Ponte ma poi vorrebbe farlo costruire con i soldi degli altri, dei siciliani per esattezza. E lo Stato invece, che dovrebbe fare la sua parte, si fa venire al momento della verità il braccino, ritirando la disponibilità a metterci un impegno economico significativo. E vuoi vedere che magari quelle somme il governo poi le destinerà al Nord? Ma su questo, ovviamente, siamo noi, forse, i malpensanti. Al momento c’è la certezza che le carte in tavola stanno cambiando e poi ci sono preoccupanti ipotesi sul perché di questo sgarbo: il problema è che le cose “supposte” rischiano di finire nuovamente nel retroluce dei siciliani.

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