HomeAttualità e CronacaPer il governo Schifani Taormina è la solita vasca da bagno estiva?

Per il governo Schifani Taormina è la solita vasca da bagno estiva?

TAORMINA – Sono passate ormai un paio di settimane dalle elezioni Regionali che hanno consegnato il successo al centrodestra e hanno decretato la vittoria di Renato Schifani. Sin qui abbiamo assistito ad un balletto di poltrone e alle prime scosse di assestamento. In particolare, si è consumato il paradosso dello strappo immediato tra il nuovo presidente della Regione e colui che gli aveva, indirettamente, apparecchiato la tavola per la candidatura, cioè Gianfranco Micciché. Neanche il tempo del “pronti, via” e Micciché ha già sentenziato: “Mi hanno trombato”.

Niente riconferma alla presidenza dell’Ars per il leader siculo di Forza Italia e allora si sono aperte le danze alla guerriglia politica interna a Forza Italia, che tra l’altro è pure il partito di Schifani. Una situazione gattopardiana, in fondo da perfetta commedia all’italiana se si pensa che Micciché aveva fatto ferro e fuoco per la non ricandidatura di Nello Musumeci e dopo averlo fatto fuori si vede ora subito emarginato da un successore che lo ha fregato blindatosi con Fratelli d’Italia e passando per il patto sancito prima e dopo il voto con Ignazio La Russa.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Ma in realtà da queste parti poco ci importa delle beghe politiche del nuovo governo regionale. Il segnale semmai poco confortante è che sino a questo momento Taormina non è stata praticamente calcolata di striscio, come se non esistesse sulla cartina geografica e senza tenere conto che, al netto delle mediocrità intellettive paesane, si tratta comunque della capitale del turismo siciliano ed è un posto che attrae una straordinaria attenzione di carattere internazionale.

Vabbè ora siamo in inverno, si dirà, e all’estate poi ci pensiamo. La tendenza sembra, insomma, quella di ricordarsi di Taormina per un paio di mesi all’anno, quando c’è qualche pedina da piazzare da qualche parte nel puzzle degli incarichi, e poi per farsi le serate al Teatro Antico a giugno, luglio e agosto. Giusto il tempo di godersi i concerti, tra uno spettacolo e un festival. Una vasca da bagno stagionale, dentro la quale si sostiene qualche sceneggiata salottiera, si fanno un pò di passerelle in Corso Umberto e a contorno c’è il magic moment delle solite supercazzole istituzionali e le immancabili marchette.

Se l’ultima legislatura non ha regalato troppe soddisfazioni al nostro territorio, e soprattutto su fronti cruciali come la sanità e l’ospedale è stato decisamente avaro di soddisfazioni, si può comunque dire che tutto sommato poi un minimo di attenzione, bene o male, c’era stata, forse perché in fondo l’epicentro politico musumeciana era a due passi da qui. Ad oggi la situazione non dà l’idea di essere migliorata. Anzi le distanze si sono allungate e Taormina non è stata calcolata neppure di striscio e le trame della politica si sono nettamente spostate dall’asse orientale alla dorsale occidentale. Dalla padella alla brace? Possibile, probabile.

Giudicheremo sulla base dei fatti. Ad oggi Taormina non è l’ombelico ma periferia delle dinamiche palermitane, con tanti saluti alla politica taorminese (e dell’intero comprensorio) che per qualche piccola promessa ad personam si mette a pecora con le consorterie di fuori ogni volta che si vota e in realtà – repetita iuvant – non ha mai avuto l’intelligenza di coalizzarsi per esprimere a Palermo almeno un suo deputato, in grado di fare l’interesse legittimo di questo polo turistico come altri fanno da sempre nei loro territori.

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