Nella tradizione gastronomica siciliana il pane ha avuto da sempre un ruolo da protagonista, sopratutto nelle famiglie contadine dove costituiva il pasto principale. Oggi rimane uno dei cibi di strada più apprezzati dai turisti che visitano l’isola, ma anche dai siciliani che ancora amano preparalo in casa.
Un cibo dalle umili origini
Il pane cunzatu (pane condito) nasce come piatto povero, per questo era chiamato anche “pane della disgrazia”. Anticamente le famiglie contadine non disponevano di molti ingredienti ed era uso comune preparare il pane in casa e farcirlo con prodotti semplici ed economici, spesso prodotti in famiglia come olio, origano, olive, formaggi e pomodori. I più fortunati che si sostenevano con la pesca riuscivano ad arricchirlo con qualche acciuga che dava quel tocco di sapore e sapidità che ne completava la bontà.
Una squisita “disgrazia”
Oggi ci sembra strano pensare a questo prodotto come pane della disgrazia, ma in tempi di povertà quando i cibi più elaborati erano un miraggio, questa era una definizione molto appropriata.
Le massaie preparavano il pane una volta a settimana con il lievito madre, per farlo durare più a lungo, e lo cuocevano nel forno a legna. Quando il pane iniziava ad essere più secco, lo “cunzavano” (cioè lo condivano) con gli ingredienti di autoproduzione che avevano in casa, creando un mix di sapori mediterranei che ancora oggi conquista già al primo morso.
Uno dei più amati cibi di strada siciliani
Oggi questa specialità è conosciuta e apprezzata in tutta Italia, il piatto ideale come pranzo estivo da gustare direttamente sulla spiaggia, ma anche per uno spuntino semplice e veloce. Esistono diverse varianti, per soddisfare tutti i palati, ma l’elemento di base rimane sempre e solo lui: il pane.
Provare per credere!
