HomeEditorialiOperazione Lazzaro: così Landini "resuscita" Salvini

Operazione Lazzaro: così Landini “resuscita” Salvini

A Roma va in scena la lotta politico-sindacale contro il governo Meloni. Piazza del Popolo gremita questa mattina per la manifestazione organizzata dalle sigle con lo slogan “Adesso basta!” contro la Manovra e le politiche economiche e sociali del governo. E’ la giornata della protesta ed è soprattutto il Landini day perché sullo sciopero odierno c’è il timbro del segretario del Cgil, coadiuvato dalla Uil. “In questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica”, arringa Maurizio Landini e al segretario della Cgil ha fatto eco quello della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Questa piazza è una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”. Cortei di studenti e lavoratori in tutta Italia ed esultano i vertici delle due confederazioni, per una sfida lanciata al governo: “Per alzare i salari, per estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente”.

Nel pomeriggio spunta sui social un post significativo della Cgil: “Grande adesione allo sciopero generale di Cgil e Uil e straordinaria partecipazione alle manifestazioni. Nel Centro Italia, adesioni medie di oltre il 70% in alcune Regioni. Alta l’adesione anche nei settori che oggi si sono fermati a livello nazionale, Pubblico impiego, Scuola, Università, Ricerca, Poste e Trasporti. In quest’ultimo si registrano picchi del 100% nei porti, fino all’80% nella logistica e nei Tpl e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione, del 70%. La mobilitazione proseguirà con gli scioperi e le manifestazioni della Sicilia il 20 novembre, delle Regioni del Nord il 24, della Sardegna il 27 e delle Regioni del Sud il 1 dicembre“.

Sin qui la cronaca dei fatti ma, al netto del successo di piazza, siamo davvero certi che Landini possa e debba esultare per gli sviluppi e i riverberi di questo scontro frontale col governo e per uno sciopero a tutti i costi, proclamato senza preoccuparsi dei disagi per gli italiani? In realtà ad esultare in queste ore è il redivivo Matteo Salvini, il ministro leghista delle chiacchiere, capitan slogan che stavolta può rivendicare il risultato di aver ridotto i disagi per gli utenti, mentre Cgil e Uil si trovano a dover combattere una battaglia di retroguardia.

Landini si è lanciato in una “Operazione Lazzaro”, si è arroccato sull’Aventino senza comprendere che alla fine della fiera ha “resuscitato” Salvini (compresi i sondaggi), con l’ostinazione di voler indire senza alcun margine di dialogo uno sciopero “generale”, proclamato e confermato nonostante fosse già chiaro in partenza che non avrebbe coinvolto tutti i settori produttivi (ne mancavano 16). Più che uno sciopero generale è sembrata, insomma, un’adunata anti-Meloni e Salvini.

“Altro errore – come ha evidenziato Open – è stato quello di accusare la Commissione di Garanzia per l’attuazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali di aver agito per scopi politici, nonostante la decisione del Garante sia stata argomentata in maniera tecnicamente precisa (la mancanza dei requisiti minimi per definire come “generale” uno sciopero che, invece, altro non è che uno sciopero “intersettoriale”, appare abbastanza evidente) e sia stata supportata da riferimenti normativi e precedenti interpretativi molto precisi”.

La crociata furiosa di Landini, che ha consentito a Salvini di emettere l’ordinanza di precettazione, è stato un assist a porta vuota al ministro del Carroccio, che per una volta è passato agli occhi dei cittadini come un argine per bloccare uno sciopero generale che avrebbe paralizzato l’intero Paese e intendeva andare ben oltre le 4 ore poi previste in ottemperanza alla volontà del Garante. Se la manovra, insomma, va rivista e corretta non è cosa sensata che lo si rivendichi sulla pelle degli italiani e costringendo milioni di cittadini ai disagi, infischiandosene dei disservizi che si vanno a procurare. E qualcosa vorrà pur dire se la Cisl si è sfilata da questo sciopero e non ha aderito.

Ben venga e sia garantito sempre il diritto di scioperare, e ci mancherebbe altro ma il diritto può essere garantito anche concedendo 4 ore di sciopero e non paralizzando il Paese per un’intera giornata. Ma questo Landini lo sa benissimo ed è troppo intelligente per farci credere che non lo abbia davvero realizzato. E allora è andato in scena uno sciopero parziale travestito da sciopero generale o semplicemente una “sinistra” contestazione generale al governo delle destre? Gli italiani a volte non sono scemi e questa è una di quelle occasioni in cui lo hanno capito benissimo il leitmotiv del “Landini day”.

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