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Nuova ferrovia, Coslovi: “Taormina faccia una battaglia, è in gioco il futuro della città”

TAORMINA – Ad un mese dall’avvenuta revoca del nulla osta della Città di Taormina alle opere per la nuova linea ferroviaria, le attività di cantiere intanto proseguono e rimane enigmatica la prospettiva riguardante il maxi-progetto che dovrebbe essere realizzato da qui ai prossimi 10 anni da Rfi nel territorio della Perla dello Ionio. Il 9 dicembre 2023 il Consiglio comunale è tornato sui propri passi e ha fatto venire meno il suo via libera del 22 aprile 2021 all’iniziativa. Il Comune di Taormina si è avviato verso una trattativa piuttosto complicato nella quale Rfi sa già in partenza che, a questo punto, potrebbe bastare un colpo di penna della Regione Siciliana o del Ministero delle Infrastrutture per vanificare le rimostranze della casa municipale. Le perplessità ad ogni modo sono parecchie e le rimarca in termini significativi il geom. Salvatore Coslovi Longo, che da tempo pone una serie di interrogativi e perplessità sul raddoppio Rfi. Il noto e stimato professionista taorminese, ex presidente dell’Azienda Servizi Municipalizzati, ha evidenziato in particolare l’assai dubbia utilità di una delle due nuove stazioni che viene prevista in contrada Sant’Antonio, la stazione Madonnina-Taormina per la quale al momento non vi è certezza del futuro collegamento sino al centro storico ed in particolare di ciò che concerne un sistema di connessione verticale tra il parcheggio Lumbi e il “salotto” della città.

“La revoca della deliberazione del 2021 da parte del Consiglio comunale è una scelta condivisibile ma allo stato attuale, sul piano pratico, non cambia nulla – spiega Coslovi a TN24 -. Servirebbe una battaglia da parte dei taorminesi, una presa di coscienza dei cittadini su quello che determinerà questo progetto sul territorio e sull’impatto negativo che rischia di avere sotto tanti punti di vista. E’ una mobilitazione che andrebbe fatta in termini analoghi a quella che ci fu negli Anni Ottanta, quando la città prese posizioni sulle previsioni per la realizzazione dei parcheggi sotterranei. In quella circostanza si ottenne un risultato di rilievo e anziché far costruire i parcheggi a pozzo, che venivano previsti uno a Porta Pasquale, uno a San Pancrazio e uno nella zona del tennis, si ottennero delle modifiche non indifferenti. Ci siamo mossi allora per fare realizzare i parcheggi all’esterno del perimetro del centro storico, in quella che poi è la posizione attuale, e riuscimmo anche ad ottenere che venisse costruita una sola galleria anziché due. Vi fu una grande partecipazione della città, della gente e dei partiti”.

“Il vero problema oggi, evidentemente, non è il doppio binario ma la nuova stazione di Taormina che non ha nessun senso. Oggi una famiglia arriva al primo binario, esce dalla stazione e prende un taxi. Quella stessa famiglia tra 10 anni uscirà dalla stazione e si servirà di un collegamento tra la futura stazione e la Madonnina, poi da lì al Lumbi e poi ancora dal Lumbi per il centro storico, o prenderà sempre un taxi che in breve tempo la porterà a destinazione? E’ una questione di logistica, di tempi e di praticità. Quante persone, tra l’altro, viaggiano in treno?”.

“Il Comune di Taormina ha revocato quella delibera ma, in questo stesso momento, le Ferrovie dello Stato stanno ormai prendendo possesso dei cantieri a prescindere da quella deliberazione ed anche indipendentemente dai tempi in cui le talpe riusciranno a fare le gallerie. E’ un passaggio che deve fare riflettere”.

“La velocità di esercizio della vecchia ferrovia è di 130 km orari, con la nuova linea ferroviaria non si avrà alta velocità ma alta capacità. Cambierà che in quella tratta si impiegheranno 15-20 minuti in meno. Ma è una differenza talmente rilevante da giustificare tutte queste opere e questo stravolgimento del territorio? E’ una novità tale da poter determinare una svolta nei collegamenti? Per quanti anni Taormina dovrà subire dei disagi?”.

Quindi l’affondo di Coslovi: “Dispiace dirlo ma a mio avviso c’è un dato di fatto. L’ex Impregilo, oggi Webuild, è sempre stata una iattura per Taormina. Un appalto da 95 miliardi di vecchie lire, per i parcheggi e per il sistema di viabilità, ci sta costando ulteriori 45 miliardi di vecchie lire di danni se conteggiamo i 23 milioni e mezzo di euro previsti per la transazione a chiusura del contenzioso. Questa vicenda ha avuto un peso determinante nel quadro economico-finanziario che ha portato il Comune di Taormina al dissesto. E, in definitiva, chi ci ha mandati al dissesto ora si appresta a stravolgere l’assetto ambientale e paesaggistico della nostra città con il maxi-progetto del raddoppio ferroviario. Mi chiedo per quale motivo i sindaci non si sono incatenati a Roma, davanti alla sede del Ministero delle Infrastrutture, affinché si eliminasse la vecchia tratta ferroviaria da Sant’Alessio a Giardini Naxos, in modo intanto da recuperare tutte quelle aree e soprattutto una zona degradata come Villagonia. Ciò avrebbe consentito la realizzazione, ad esempio, di opere per la balneabilità nel litorale, rilanciando in termini straordinari tutta la zona a mare di Taormina e delle vicine località dell’hinterland. A cosa serve il mantenimento della vecchia tratta oltre a quella nuova? Si va a prevedere una linea di interconnessione tra la vecchia e la nuova stazione che non avrà nessuna utilità. La stazione nuova di Taormina andava fatta su Trappitello e bisognerebbe, inoltre, chiedere che venga approntata una strada veloce di collegamento tra Taormina (e Castelmola), Giardini – che sin qui rimane “soffocata” e Trappitello. Ma c’è di più. A Mazzeo c’è un terreno di oltre mille mq che poteva servire per ampliare la scuola e dove invece si è consentito che venisse espropriato dalle Ferrovie. Per quale motivo? E allora se il sindaco vuole dare senso a questa iniziativa di bloccare il progetto e avviare una trattativa, con uno stop che intanto è sicuramente condivisibile, coinvolga la città e i cittadini in una presa di posizione. E’ in gioco il futuro di Taormina e tutti devono fare la propria parte”.

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