TAORMINA – Le mosse di Mario Bolognari sulla ricomposizione della Giunta e di riflesso per Asm, raccontano, al netto delle scelte fatte, che si tratta di nomine formalizzate nel momento in cui è parso chiaro, al sindaco e alla maggioranza, che non c’erano margini di manovra (almeno per ora) per chiudere un accordo con il gruppo di Antonio D’Aveni.
I vari contatti, le telefonate e gli incontri, non hanno portato alla svolta e allora si va avanti per questi ultimi due mesi di legislatura con una serie di nomine avvenute nel perimetro della maggioranza, di chi già ne faceva parte, di chi si è avvicinato ma era già in questa orbita e di qualcun altro che è stato chiamato per rappresentare chi non poteva esporsi.
In buona sostanza D’Aveni ha ribadito il suo no al sostegno alla ricandidatura dell’attuale sindaco e tutto il resto, compresa quindi la questione di sinergie sugli incarichi last-minutes, è una conseguenza diretta. I contatti ripartiranno ma ad oggi questa è la situazione.
Non è un caso che D’Aveni, insieme ai suoi alleati, abbia sondato in questi ultimi giorni due stimate figure, entrambe non taorminesi – che operano con risultati apprezzabili in città -, per verificare l’eventuale disponibilità ad una candidatura a sindaco. In tutti e due i casi, però, la risposta è stata un “No, grazie”.
L’ex presidente del Consiglio chiede discontinuità e sottolinea di non poter dare il sostegno, suo e di “Orgoglio Taormina”, alla ricandidatura di Bolognari, dopo cinque anni di opposizione e relative contestazioni mosse su più fronti all’operato del sindaco e di questa Amministrazione.
D’Aveni, tuttavia, ha la convinzione che qualcosa potrebbe accadere nelle prossime settimane e a quel punto cambierebbe lo scenario: un ripensamento in extremis del professore sulla ricandidatura. Mossa da escludere oppure l’indizio è già arrivato?