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“No all’ospedale di Taormina succursale messinese”: l’intervista del direttore di TN24 a De Luca

TAORMINA – Resta incerto il futuro della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina ma soprattutto appare sempre più enigmatico il destino dell’intero presidio ospedaliero San Vincenzo. Sul tema il direttore di TaorminaNews24, Emanuele Cammaroto, nel corso dell’intervista pubblica per la presentazione del libro di Cateno De Luca, “Non tutto è successo” ha posto la questione al sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, lanciando in particolare la proposta di puntare con decisione per l’ospedale San Vincenzo sulla prospettiva di “Taormina azienda autonoma”.

Stando alle attuali previsioni contemplate in quella che potrebbe essere la prossima riforma della sanità, la Regione Siciliana ipotizza di affidare il controllo dell’ospedale di Taormina all’azienda “Papardo” di Messina. Eppure i numeri e il bacino di utenza del San Vincenzo raccontano altro e legittimerebbero a pieno titolo uno scenario di autonomia gestionale che la politica regionale (ovviamente) non vuole consentire.

“Al netto della vicenda Ccpm, l’intero ospedale San Vincenzo soffre la crisi ormai conclamata e complessiva di vari reparti depotenziati. L’ospedale di Taormina lo vogliamo salvare oppure no? Perché non immaginare, nel quadro della prossima riforma della rete ospedaliera, che il San Vincenzo possa diventare azienda autonoma? Dobbiamo rassegnarci a lasciare l’ospedale di Taormina nelle mani dei messinesi, come sin qui con l’Asp o persino consegnarlo al Papardo?”. Questa la riflessione e l’interrogativo posto dal direttore di TN24 al sindaco di Taormina.

“La prospettiva – ha risposto De Luca – cambierà soltanto quando metteremo piede a Palazzo d’Orleans. Noi non arriviamo lì a rappresentare lobby ma a rappresentare quella che dovrebbe essere una sanità di prossimità ed ovviamente diffusa rispetto a concentrazioni che spesso nascondono “operazioni” che sono funzionali a finanziare delle lobbie. Ed è ovvio che poi non ci sono soldi che bastano. Quindi bisogna cambiare l’approccio lobbistico della sanità, che vale più nel pubblico. Altro che tema del privato. Chi dice che la sanità deve essere solo pubblica e di conseguenza individua nella sanità privata la causa dei mali della sanità si sbaglia di grosso. Lo dimostra anche la storia e la situazione del Ccpm, che nasce su una scelta di un parametro pubblico. E in questo ambito si fa la scelta di creare su Palermo quello che poi diventa l’elemento per “uccidere” Taormina. Ora sul Ccpm mi è stato chiesto il sacrificio di fare “l’istituzionale” e io lo sto facendo. Adesso c’è il problema della Calabria che non intende fare l’accordo per riconoscere Taormina come centro di eccellenza che riguarda anche il territorio della Calabria”.

Al momento la Regione sta cercando di dare rassicurazione sul fronte del Ccpm, dove comunque si va verso un proroga che impedirà la chiusura ma non risolverà in via definitiva il problema. Per il resto, invece, per l’ospedale San Vincenzo si parla di “un’ipotesi di studio che necessita di un lavoro di approfondimento per essere trasformato in qualcosa di strutturato”. Fatto sta che la prospettiva all’orizzonte è quella di far transitare sotto la gestione del Papardo i 7 ospedali messinesi: Giuseppe Fogliani di Milazzo, San Vincenzo di Taormina, Barone Romeo di Patti, Cutroni Zodda di Barcellona, Civile Sant’Agata di Militello, Civile di Lipari, San Salvatore di Mistretta. Dunque tra queste c’è anche Taormina, che rischia di diventare una sostanziale “succursale” del “Papardo”. Ciò significherebbe che, poi, in molti casi i pazienti di Taormina verrebbero trasferiti a 63 chilometri di distanza da Taormina.

E allora è meglio assistere a braccia conserte all’espoliazione finale del San Vincenzo o forse vale la pena tentare di imbastire la vera battaglia che può dare una svolta e una prospettiva all’ospedale di contrada Sirina. Attenzione perché se davvero si vuole salvare anche il Ccpm non si può prescindere da una rivendicazione di difesa complessiva del presidio. Le sorti della Cardiochirurgia Pediatrica sono appese allo stesso filo degli altri reparti di Taormina. Sinora lo hanno capito soltanto le famiglie dei bambini del Ccpm, gli altri ancora no.

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