GIARDINI – Il fine settimana del secondo comizio di Cateno De Luca a Giardini Naxos lascia in eredità gli spunti di riflessione sulla strategia del politico di Fiumedinisi (ne parleremo a parte) ma anche e soprattutto la figura sempre più imbarazzante che sta facendo sino a questo momento tutto il fronte avverso al sindaco di Taormina.
I vari pretendenti alla sindacatura non allineati al pensiero “cateniano” hanno seguito il comizio a distanza, ognuno a modo proprio. Chi da casa davanti al pc o allo smartphone, in streaming, chi invece nei bar, qualcun altro ha mandato sul posto un amico o un adepto come “sentinella”. E addirittura non è mancato qualcuno che, munitosi di berretto per non farsi riconoscere, è transitato più di una volta in zona con la propria macchina per monitorare la piazza. Ci sarebbe, insomma, da sorridere se non ci fosse da piangere nel vedere come si è ridotta la politica di questo territorio. La stessa politica, per intendersi, che sin qui mantiene una freschezza olimpionica rispetto al taglio di 20 posti letto all’ospedale San Vincenzo.
E a Giardini Naxos bisogna riconoscere che la politica locale si sta impegnando sul serio per ignorare le dinamiche della vicina Taormina e per consegnare sul piatto d’argento la città a Cateno De Luca, che ringrazia e se la ride. In fondo, De Luca non ha un candidato sindaco forte da schierare, lo sa bene e per mascherare questo punto di debolezza si è messo tirare la barca (con gli altri in adorazione mistica a battere le mani) per avvantaggiarsi mentre sul versante opposto giocano ciascuno la loro partita personale per auto-eliminarsi – politicamente – tutti a vicenda. De Luca sta adottando una strategia scolastica che solo i suoi presunti avversari non hanno realizzato: vuole fare passare il messaggio che è la novità e che dall’altra parte non c’è nessuna proposta alternativa con una visione di città per i prossimi 5 anni. E li sfotte pure pubblicamente, cercando quei rivali che sino a questo momento nemmeno si palesano.
I vari candidati e i relativi gruppi che in linea teorica a Giardini Naxos vorrebbero o dovrebbero contrastare l’avanzata di De Luca si sono arroccati sull’Aventino giardinese dell'”Io mi candido”, paradigma autoreferenziale che declina in questi casi un destino ad alta probabilità di disfatta. In quattro, cinque o sei stanno preparando la rispettiva lista, senza comprendere quel che sarebbe chiaro anche a un bambino di 2 anni e cioè che gli converrebbe chiudersi in una stanza, scannarsi e poi mettersi d’accordo, altrimenti divisi non hanno chance di conquistare il palazzo municipale o difenderlo (a seconda dei punti di vista e dei contendenti) dall’assalto che ha lanciato De Luca. E peggio ancora, una volta che il dado è tratto, comincerà poi il rituale del “tabula rasa”, specialità della casa con la bandiera del Gran Ducato da far sventolare anche a Naxos e l’installazione della giostra di Harry Potter (chiusa al pubblico) in piazza Municipio.
E allora la ninna nanna yo-yo riecheggia tra le strade di Giardini mentre nessuno dei politici locali trova il coraggio e la scaltrezza di cercare una sintesi. Prevalgono e imperano simpatie e antipatie, livori e rancori, fatti personali o politici che giustificano una rigida posizione in modalità “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Insomma il pensiero comune dei vari pretendenti (non allineati) alla sindacatura è quella di candidarsi a qualsiasi costo. E se andrà male, pazienza, perché sarà pure meglio che vinca De Luca (anzi il suo telecomandato di turno), pur di non vedere trionfare il paesano di turno.
De Luca detta i tempi della campagna elettorale, porta a spasso senza alcuna difficoltà i rivali e cerca già i candidati da mettere in lista. Dall’altra parte sono in ritardo abissale eppure, incredibilmente, ostentano a passo blando e sicuro l’auto-convenzione di essere loro in vantaggio, con una percezione fantasiosa della realtà che farebbe sembrare gente come Nietzsche e Freud due matti spaesati di campagna.
I “sindaci” virtuali di Giardini Naxos giocano a “nasconderello” (o “nascondarello”, se preferite) e si contrastano l’uno con l’altro, trovandosi però d’accordo su una cosa: pensano che sia ancora presto e illudendosi che si possa replicare la solita campagna elettorale last minute di qualche era geologica fa. Nel pianeta degli anti-De Luca a Giardini Naxos c’è persino qualcuno che a quanto pare si sarebbe “offeso” perché tra le tante voci è uscito fuori che il suo nome figurerebbe tra i “papabili” alla sindacatura. Shhh, zitti tutti, nessuno osi violare il sacro mantra del: “Non fate il mio nome, altrimenti lo bruciate”. Giusto per ribadire come lo scenario sia caratterizzato da attori politici che di queste elezioni ci stanno capendo poco o nulla. Mentre la partita in campo è già iniziata, alcuni protagonisti della sfida (titolari e riserve che sognano la titolarità) sono ancora negli spogliatoi a pettinarsi allo specchio e a provarsi la divisa da gioco per l’allenamento pre-partita.
E allora De Luca sgasa, si spiana il terreno e spinge, portandosi avanti con l’opera. Gli altri giocano alla playstation la riedizione in salsa paesana dell’Elimination Chamber. Chi se ne frega di Giardini Naxos, il sogno personale della fascia prima di tutto. La parola d’ordine è non fare alcun passo indietro e uscire allo scoperto più avanti, non adesso. Il più tardi possibile. Ora tutti insieme (ma divisi) appassionatamente verso la “presa” di Naxos. Nudi alla meta verso un altro Gran Ducato.


