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Napoli, De Laurentiis: “Dovevo trattenere Spalletti”

Aurelio De Laurentiis parla in conferenza stampa ed il presidente del Napoli è un fiume in piena sulle vicissitudini della stagione dei campioni d’Italia ma anche sui piani futuri del club azzurro.

“Dopo la gara col Monza vi dissi che la gara era solo mia e ‘vi spiegherò perché’. Però ragazzi, qui siamo una famiglia, dopo 19 anni fa male avere sempre una cultura del dubbio. Devo ringraziare Chiariello, mi diverto sempre ad ascoltare, parte e non lo ferma più nessuno. Ultimamente non sono d’accordo, ma nel percorso iniziale ha fatto centro riuscendo a cogliere ciò che era successo. Certe cose non è sempre possibile dirle mentre accadono, uno spera sempre che ci sia una soluzione ai problemi”.

“Mi sono assunto tutte le colpe però avevo fatto bene il contratto a Spalletti, lo stesso di Benitez, e quando ho esercitato l’opzione, e nel mondo del calcio questa opzione giuridica non è capita. Molti pensano sia bilaterale, ma è unilaterale. Quell’opzione è un valore, puoi rifiutare di darla oppure concederla, e l’opzione sia con Benitez che con Spalletti prevedeva un altro ulteriore anno. Io entro un termine predeterminato ho il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta. Lì non esiste la carineria, ma è una situazione giuridica. Siamo andati in un ulteriore ritiro a novembre-dicembre in Turchia, siamo tornati e furono mesi meravigliosi a gennaio e febbraio, prima del calo di marzo. La grande scoperta, la grande star era stata Kvara, e Kvara da marzo fino a novembre non ha più segnato e perdere uno così ti può creare problemi.

“Io devo riconoscere a Spalletti che dopo un primo anno in un cui gli presentai un gruppo di personaggi che non remavano a favore del club, pur essendo professionisti, e come Benitez nel secondo anno ha deciso di dormire qui. Significa anche non disperdere il proprio tempo, svegliarsi di notte, come lui ha confessato nel film che sto finendo di montare e da voi vorrei sapere se oltre a proiettarlo nei cinema, ovviamente a pagamento perché non pensavo costasse così tanto quando sono iniziato, mandarlo anche allo stadio con i maxi-schermi. Ad aprile vorrei far uscire questo film Scudetto. Ma succede ad un certo punto che il bell’impasto non lievita come dovrebbe, ma i punti di vantaggio sono così tanto… ma ci rimango male nell’uscita dalla Champions perché mi aspettavo di vincerla. Se è andata in finale l’Inter a 20 punti da noi, perché non potevamo giocarcela noi. Vincere lo Scudetto importantissimo, ma pure la Champions… in finale mi dava già la partecipazione al mondiale per club della Fifa che vale almeno 100mln di investimenti ulteriori. Al Premio Bearzot al Maschio Angioino il 24 marzo dico Spalletti resterà con noi, lui non smentisce, dopo il 4-0 col Milan, 18 aprile poi Napoli-Milan 1-1 Champions, con la sfortuna, rigore sbagliato.

“Gli arbitri? Mi ritengo libero e credo di essere ricco, non solo economicamente, anche di finanziare con i miei soldi il nuovo centro sportivo con 12 cambi su 30 ettari che faremo nei prossimi 24 mesi. Ma sono un uomo libero, non me ne frega niente degli arbitri. Poi arriverà un momento in cui tutti dovranno ragionare in maniera diversa. Superlega è un fatto scatenante, che io ho sempre detto che è sbagliata, ma quando ho incontrato Florentino Perez quando ero in clinica a dimagrire ad Alicante, glielo dissi che era il fattore scatenante, primario in una scrittura di un film, perché non si può andare avanti restando lì e l’Italia conta e vota come San Marino, si ragione come monopolio ed è anti-democratico. Perez ora ha avuto la soluzione dalla corte europea che ha aperto ad altre competizioni e si sta studiando una competizione da 5miliardi di entrate per arrivare a 100, ovvero la rivoluzione ed in un’altra sede vi spiegherò. Torno al punto: 3 giorni dopo, il 21 aprile, per tirare su anche il morale di Spalletti dopo le 3 partite col Milan, per dimostrargli che nonostante il calo io fossi con lui, gli mandai giuridicamente l’opzione via pec. Molti dicono ‘ma come? manda la pec’, l’amicizia è una cosa, un’altra i contratti, altrimenti che li facciamo a fare. Poi dicono che i miei contratti sono lunghi, ma avete visto? Quando abbiamo voluto chiudere quando ci abbiamo messo a farli? Non è vero! Poi c’è chi non ha la cultura dell’impresa e fa contratti pure su un foglio a matita, ma a casa mia è diverso. Gli mandai la pec, mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio Spalletti ci comunicasse un anno sabbatico per tornare a fare il contadino e coltivare la terra. Molti mi hanno detto che mi sono mosso tardi, ma qui non è un gioco di società, quando cerchi qualcuno ti può dire pure ‘non mi interessa’. Tra avvocati e consulti venne anche il dubbio che Gravina l’avesse già contattato, ma i dubbi son dubbi senza prove. Accuso me stesso perché il mio errore era far valere l’opzione, Spalletti doveva restare, poi si andava allo scontro fortale, ci sarebbe stata una causa, ma intanto dovevo tenere il punto fermo, ma se dici di amare così tanto non penso non avresti allenato. Di Kim si sapeva già, perché arrivava solo con quelle condizioni, poi non lo conosceva nessuno, ora sembra si sia vinto solo per lui togliendo valore a tutti. Sbagliai ad accettare per riconoscenza per lo Scudetto”.

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